Monday, March 26, 2007
Vita da drago#19: Sola nella missione
Sunday, March 25, 2007
Vita da drago#18: Nella Terra dei Padroni dell'Aria
Così dicendo, spicca il volo. Selvaggia fà per salirmi in groppa, ma SquamaVerde ringhia: -No! StelladiGhiaccio deve andare senza nessun peso! Selvaggia, cavalcherai me ora-. L'elfa impallidisce vistosamente, ma obbidisce. Così, entrambi spicchiamo il volo.
Saturday, March 24, 2007
Vita da drago#17: Bijuk-Kan
-Benvenuta mia Discepola- dice. Infatti, come mi aspettavo: è una femmina.
-Il mio nome è StelladiGhiaccio, o potente Custode-
-Io sono Byjuk-Kan, Figladell'Aria. Benvenuta nella Terra dei Draghi dell'aria. Io sono la Custode dell'Aria, e questa è Scirocco, la mia assistente-. Una dragonessa molto minuta e con le squame bordate di rosa si avvicina e china il capo in segno di saluto. Poi se ne vola via subito dopo. Alchè Byjuk-Kan scruta un po' alle mie spalle, e non trovando nulla mi guarda incuriosita: -Dov'è Moony? Era suo compito trovarti-
-E' stata catturata dagli umani- s'intromette SquamaVerde, conciso come al solito.
Vita da drago#16: Il canto del Vento
*
Sono circa le dieci, e voliamo come al solito alti nel cielo per non farci scorgere, e anche piuttosto velocemente. Ma ad un certo punto SquamaVedre s'arresta. -Siamo arrivati- dice. Poi punta verso una coltre di nubi molto al di sopra di noi e scompare. Allora comincio a prendere quota pure io,fin quando non mi ritrovo a volare praticamente in posizione verticale per raggiungere prima le nubi, con Selvaggia che si tiene come meglio può all'aculeo davanti a sè. Alla fine, dopo uno sforzo non indifferente, arriviamo. Il panorama è sconcertante: una gigantesca distesa di nubi, un'infinita pianura bianca che si propaga in tutte le direzioni. Alla faccia! Ma le nubi reggono il peso? Poi vedo SquamaVerde che cammina sotto di noi. Risposta alla mia domanda. Atterro davanti a lui. Mi guarda per un attimo, poi con un guizzo di coda si allontana con passo solenne verso un'altura nuvolosa. Guardo un attimo Selvaggia, quasi per accertarmi che sia ancora sul mio dorso, poi seguo il mio amico tentando di imitare la sua andatura (cosa che mi riesce con scarso successo). Alla fine arrivo all'altura. SquamaVerde inspira un attimo, poi dice: -Fai scendere Selvaggia-. L'elfa obbedisce. Allora il drago verde emette un lungo ruggito, quasi ululato, perché è una nota cristallina, non rauca come la maggior parte dei ruggiti: si direbbe quasi che stia cantando. Poco dopo, al suo richiamo risponde una nota ancora più cristallina: sì, questo sì che è un canto, e che canto! Mai sentito niente di simile. Ad un certo punto, una figura serpeggiante guizza alla mia sinistra. Mi volto un attimo, ma non vedo nulla. Strano... Poi sento il canto che s'avvicina. Continuo a girarmi, ma non vedo nulla fin quando non lo sento praticamente dentro il mio orecchio. Mi giro e vedo un bellissimo Drago dell'Aria che mi guarda.
Tuesday, March 20, 2007
Vita da drago#15: Il viaggio continua
- Sei sicura che siano morti tutti?- Ma perché non ha tatto? Non capisce che girare il dito nella piaga la fa soffrire? Selvaggia, però non lascia trasparire alcuna emozione:
-Sì, li hanno buttati in un fossato dopo averli trapassati con la spada-. SquamaVerde annuisce.
-E ora? Cos'hai intenzione di fare?- chiedo per sdrammatizzare.
- Non so... Mia madre abita in una città elfica abbastanza lontana da qui... E voi che avete intenzione di fare?-
Risponde SquamaVerde: -StelladiGhiaccio- e mi indica con il muso - è la Discepola. Ora deve intraprendere il suo viaggio per eseguire gli insegnamenti adeguati... Moony è stata presa. Bisogna fare in fretta-. -Beh- faccio io -Potresti venire con noi almeno fin quando non sarai in grado di correre. Dopo di ciò... Farai quello che vorrai-. Vedo che Selvaggia annuisce, così continuo: -Bene, SquamaVerde: qual'è il Guardiano più vicino?-
-Siamo abbastanza vicini alla dimora del Guardiano dell'Aria... Inizierai da lì-. Detto ciò, spicca il volo. Lo imito, con Selvaggia che stringe il mio collo, dandomi un inaspettato senso di coraggio.
Monday, March 19, 2007
Vita da drago#14: L'accampamento umano
Wednesday, March 14, 2007
Vita da drago#13: Risveglio
-Cos...?- Fa lui, subito prima che il nuovo colpo dell'elfa gli centri in pieno un'ala. Lui ruggisce di dolore e si lascia planare con parziale successo in una radura. Di certo gli atterraggi non è dei migliori, ma in questo preciso momento non mi interessa, perché stò tentando di atterrare senza ferire ulteriormente l'elfa e schivando i suoi colpi. Miracolosamente riesco e mi stendo lateralmente, con l'elfa che mi scalcia sulla pancia. Adesso basta. Avvicino la testa a tre centimetri dalla sua faccia, e le urlo: -TI VUOI DARE UNA CALMATA?!- Scompigliandole i lunghi capelli neri. Lei mi guarda con occhi -ora me ne accogo- azzurri come laghetti di montagna, e con una mano candida mi tocca il muso. Un brivido mi percorre la schiena. -Scusa- dice solamente. E' un po' pochino, ma detto con quella bellissima voce... E' un'altra cosa!
-Va bene- dico con un tono che dovrebbe essere di sufficienza -ma perché ci hai attaccati, se ti abbiamo salvata?- -Pensavo che foste dei draghi stregati dagli umani- disse semplicemente. Ovviamente non poteva sapere che era stata salvata da noi. Ma ora, come la slego? SquamaVerde è svenuto poco distante... Che faccio, in nome del cielo!? -Folletti?- grido, più come domanda che come richiamo. Subito ne arriva uno, che mi sorride. Ha già capito tutto (vabbè, non è che ci volesse un genio) e slega l'elfa, che però appena tocca con i piedi per terra si accascia e tenta ad aggrapparsi agli spuntoni della mia coda. -Devi salirmi in groppa- le dico io-Hai i piedi martoriati, non puoi camminare. Ma che ci facevi in un accampamento umano?-
Tuesday, March 13, 2007
Vita da drago#12: Salvataggio
Ora sono abbastanza vicina. Quando meno se l'aspettano, sfruttando le lezioni di caccia impartite da SquamaVerde, compio un balzo e afferro un umano, facendolo a pezzi. Ben presto, cominciano ad arrivare da tutte le parti umani come formiche su di una mela... Sono troppi! Mi massacrano con spade e lancie. Perdo sangue da tutte le parti. Stò per cadere a terra senza forze, quando... Una saetta verde incomincia a guizzare attorno a me e comincia a decimare gli umani. Ben presto, i superstiti battono in ritirata. Io guardo il mio salvatore, ben sapendo chi sia: infatti è proprio SquamaVerde. Chino la testa: -Grazie- gli dico. Lui mi ignora e s'avvicina alla donna, che ancora non è rinvenuta: i piedi sono trucidati da scottature vecchie e recenti. Ma mi accorgo che non è un'umana: ha le orecchie a punta. Ho cercato di salvare un'elfa!
SquamaVerde torna da me: -Allora? Che facciamo? Ce la fai a volare?- Dice. Annuisco. -Legami l'elfa con quelle corde sotto alla mia pancia-. -E come?- mi risponde lui. Solo allora mi rendo conto di non avere più il pollice opponibile. Perfetto. Ma allora sento delle vocine: -Ti aiuteremo noi- dicono. Sono dei folletti, che svolazzando ci aiutano a legare l'elfa. Poi se ne vanno. Anche noi, a tutta velocità, seguiamo il loro esempio.
Monday, March 12, 2007
Vita da drago#11: Scontro di volontà
-Non credo che questa sia una trappola... E quella non mi sembra una donna normale...E poi tu puoi sempre uscire allo scoperto in caso di bisogno...No?- Lui abbassa il capo e infine cede: -Va bene... Ma fai attenzione-.
Sunday, March 11, 2007
Vita da drago#10: L'Urlo
Vita da drago#9: L'inzio
-Devi sapere un'altra cosa sulla nostra nazione: ci sono sei Guardiani delle Antiche Forze dei draghi: il Primo è il Guardiano dell'Aria; il Secondo il Guardiano della Terra; il Terzo è il Guardiano del Fuoco; il Quarto è il Guardiano della Luce; il Quinto è il Guardiano dell'Ombra; quanto al sesto... E' il più misterioso, e nessuno sà dove sia nascosto. I Cinque Guardiani hanno poteri differenti, e ognuno ha delle capacità utili per la sopravvivenza... E' da anni che cercano il loro Discepolo, un solo drago che verrà istruito da tutti i guardiani e che riuscirà a sconvingere l'oppressore di draghi ed elfi... E Moony ti ha finalmente trovata, StelladiGhiaccio: sei tu la Discepola.- E io? Non ho voce in capitolo? Tralalàllallà, mi ritrovo in questa strana foresta e sono pure un personaggio importante! Però! Ma... SquamaVerde non ha ancora risposto ad una cosa: - E... Moony?- -Pensavo l'avessi capito- risponde lui. Sospirò. -Moony è la Guardiana dell'Ombra. L'Ombra ormai non ha più custode: questo è il sacrificio degli elementi per noi... Per te. Vedi di non sprecarlo.- S'alza. -Bene... Ora che sò che mio fratello è morto, credo che sia mio dovere accompagnarti, visto che non credo che tu sappia dove si trovano i guardiani... Te lo indicherò io.- Detto ciò, esce dalla caverna e spicca il volo. Volare? Ancora?! Sospiro. Mi sà che mi toccherà altre volte... Fin quando non libererò Moony, almeno. Allora spicco il volo anche io, e con un po' più di agilità rispetto alla prima volto raggiungo SquamaVerde. Poi voliamo alti nel cielo per chissàdove.
Saturday, March 10, 2007
Vita da drago#8: E qualcosa ci resta...
"Nel nostro mondo, come ben saprai, ci sono varie razze: quelle dei draghi, degli elfi, degli umani sono alcune delle razze fondamentali. Inizialmente si viveva in pace, ma da un po' di tempo a questa parte, un re pazzo ha preso il controllo della nazione umana e ha intenzione di invadere e rendere schiava la nazione elfica. Ma gli elfi sono molto più forti degli umani e possono essere mobilitati alla guerra in qualsiasi momento, pur essendo un popolo pacifico. Così il re, nominato "Demone Nero", ha trovato un abile stratagemma: sfruttando il debole che gli elfi provano per i draghi, ne cattura il più possibile, li rende incapaci di volere con uno speciale incantesimo e attacca il popolo elfico, che adesso si trova in netta difficoltà...
Vita da drago#7: Coincidenze
Vita da drago#6: Un nuovo compagno
Vita da drago#5: Le atrocità umane
Vita da drago#4: Paura da drago
-Gli umani, cara... So che ti pare strana come affermazione, perchè tu stessa sei stata per molto tempo una di loro, seppur su di un altro pianeta, ma devi sapere che...- Viene interrotta da delle urla eccitate provenienti da sotto la grotta in cui eravamo. -E' qui! E' qui!- Dicevano. -Oh no... Mi hanno trovata...- ,geme, -Ma l'importante è che non trovino te...Non uscire per nessun motivo-. In quel momento si sente una specie di pigolio proveniente da fuori, simile in un certo senso al vagito di un bambino...Ma leggermente più animalesco. -Sono arrivati anche a questo- dice grave Moony -Ad utilizzare un cucciolo come esca-.
Vita da drago#3: Moony
-Mi chiamo Moony- risponde il drago, evidentemente femmina -Ma non c'è tempo di altri convenevoli. Seguimi in volo su quella grotta lassù-. Così dicendo, spicca il volo. A guardare lei, sembra tutto così semplice...Io, invece, ho un attacco di panico. -Volare? Ma io... Non so...- Tento di balbettare per obbiezione, ma lei mi risponde dall'alto -Oh, ne sei proprio sicura? Vedi cosa riesci a fare, ma sbrigati, mia cara!-. Così dicendo si allontana. Bene, a questo punto stà a me... Prendo un po' di rincorsa, salto, apro quelle ali così nuove per me... E mi accorgo che non è poi così male. O almeno, la penso così fin quando non comincio a precipitare, lentamente ma inesorabilmente. -Sbatti le ali!- Mi grida Moony. Obbedisco. Riprendo quota e goffamente riesco a raggiungere la grotta, sulla quale mi butto letteralmente. Più simile ad un maiale che ad un drago. Monny è già lì, che sipulisce le ali. Poi mi guarda, e con un semplice -Imparerai col tempo-, mi fa capire che sono un'imbranata totale. Si vede che non mi si addice fare il drago. Vabbè, tanto non rimarrò per sempre in questo corpo, quello appena compiuto potrebbe essere il mio ultimo volo. Potrebbe...
Wednesday, March 7, 2007
2: Risveglio
All’inizio fu solo il buio più totale. Non riuscivo a percepire niente… Il vuoto più completo, sia nella vista che negli altri sensi. Avevo solo la percezione di essere cosciente, bloccata come in un lungo ed infinito sogno di tenebra.
Allora è questo che succede quando si muore, pensai. Allora è questo l’eterno riposo…
Non ero in ansia, né provavo una qualsiasi altra emozione: solo freddi ragionamenti riguardanti la mia situazione…Non molto su cui ragionare, in realtà: finii ben presto –quanto presto, in realtà? Come si calcola il tempo nel nulla?- per accettare la mia situazione passivamente, acquietando l’animo senza nutrire, sperare o immaginare una qualsiasi alternativa per il futuro…E, allo stesso tempo, senza avere la benché minima percezione del passato: in quel momento non ero Iris, né un’umana, né un qualsiasi tipo di essere vivente o meno; ero solo un barlume di coscienza, e l’unica cosa certa era la mia esistenza ed i miei ragionamenti: tutto il resto era indistinto, al di fuori della mia portata e del mio interesse.
Poi, un graduale cambiamento: ben presto alla mia coscienza intorpidita dalla quiete cominciò ad esser manifesta una vaga percezione di alterazione dello stato iniziale, dovuta piuttosto ad una nuova percezione del nulla che mi circondava… Quello che, almeno, fino a quel momento avevo percepito come uno spazio totalmente privo di qualsiasi cosa, ma che cominciava a palesarsi come tutt’altro: certamente era ancora tutto buio, e non era possibile distinguere il basso dall’alto o da una qualsiasi altra posizione nello spazio…Ma di certo uno spazio c’era: lo percepivo, perché cominciavo vagamente a percepire la mia corporeità. Era decisamente strano: come se la mia mente fosse l’unica cosa sveglia in uno stato comatoso, ero assolutamente conscia del fatto di essere rinchiusa in un corpo…Solo che non riuscivo a muoverlo in nessuna maniera, né riuscivo ad utilizzare i sensi mediante esso. Ciò produsse man mano un turbamento sempre maggiore nel mio essere, fin quando non arrivai ad un tale stato di frustrazione che qualcosa –chissà cosa- cominciò a sbloccarsi in me: e così cominciai a ricordare vagamente, prima qualche lampo di percezioni emotive passate, poi vere e proprie scene della mia vita: mia madre, mio padre, le piccole delusioni e la felicità infantile, la scuola… E poi, la percezione di un ricordo recente molto importante per la mia vita, ma del quale non ricordavo assolutamente nulla. Un dejà-vu al rovescio. Fu scervellandomi su di esso che cominciai a delineare meglio quelle che prima erano state scene di una vita quotidiana che quasi non sentivo mia: e così assieme alle semplici immagini cominciarono ad associarsi ricordi di odori, di suoni, di sapori, di consistenze.
Fu grazie a queste sensazioni catalogate, le quali avevo senza rendermene conto sempre dato per scontato, che cominciai a percepire il mondo esterno in maniera molto più netta, andando al di là della semplice percezione dello spazio: l’ambiente cominciava a colorarsi di un nero meno totale, schiarito dall’aggiunta di suoni ed odori che man mano divenivano sempre più netti.
Uccelli che cinguettano, vento tra le fronde, odore di erba e terra… Formiche che zampettano poco distanti dal mio orecchio, odore di resina, suolo freddo e morbido… Era come se non avessi mai provato sensazioni simili: mai nella mia vita avevo percepito in maniera così intensa nessuno dei miei sensi…Adesso invece mi sembravano tutti talmente forti da farmi quasi male, tanto che mi pareva di riuscire a capire esattamente la posizione di ogni cosa attorno a me pur senza vederla, essendo ancora impossibilitata ad aprire gli occhi né a muovere un qualsiasi muscolo.
Ronzio di qualche insetto, il frullio d’ali su un albero... Aria fresca ed umida, Sole che riscalda solo piccole porzioni del mio corpo… Un torpore piacevole, un calore lieve…
Calore…Calore…Avevo provato una sensazione di calore molto intensa di recente. Troppo intensa. Qualcosa che mi aveva spaventato, che bruciava…Come avevo provato con un fiammifero tanti anni prima, ma per tutto il corpo…Come un incendio. Come una vampata di fuoco.
Di colpo, ricordai la fatidica memoria, l’ultima della mia vita: il drago. Il drago. IL DRAGO!
Urlai nel sogno incosciente, dilatai tutte le mie sensazioni al massimo, facendo gridare anche quelle a modo loro… E di colpo, il movimento tornò ad appartenermi.
Aprii gli occhi poco dopo, ansante, alzandomi di scatto a gattoni per poi accovacciarmi sul posto: quel ricordo da incubo continuava a terrorizzarmi… Anche se, evidentemente, non era stato solo frutto della mia immaginazione: le sensazioni erano state troppo reali, troppo scioccanti… E, allo stesso tempo, anche ciò che avevo provato in quella sorta di stato di incoscienza non poteva che esser vero: perché l’intensità della mia capacità sensoriale era rimasta potente come lo era stato allora…E perché il mondo che avevo percepito attraverso quelle era lo stesso che mi si parava davanti agli occhi in quel momento.
Un’enorme foresta di possenti abeti mi circondava, fitta in cielo fin quasi a coprire totalmente i raggi del Sole…A terra, sotto di me, un praticello morbido abitato da ogni forma di insetto; poco distante, un ampio fiume di acqua limpida: evidentemente non ero più a casa mia.
La cosa non mi sconvolse immediatamente, forse perché ne avevo già avuto la più assoluta certezza ancora prima di svegliarmi, mentre ancora mi limitavo a studiare l’ambiente intorno senza vederlo. Sono reduce da una vampata di fuoco scagliatami addosso da un drago: non potevo aspettarmi qualcosa di diverso pensai razionalmente a riguardo.
Più del cambio di ambiente paradossalmente mi colpì come anche la vista si fosse potenziata…Seppur in maniera diversa dagli altri sensi: certo, vedevo le cose in maniera più nitida e senza sforzo alcuno nonostante la distanza…Ma il mio punto di vista era distorto: mi sembrava che il mondo attorno a me si fosse nettamente rimpicciolito, e che il suolo fosse ben più distante rispetto alla mia altezza… Considerando che ero ancora seduta, la cosa era alquanto notevole.
Stramberie dovute alla vista migliore… pensai provando ad alzarmi.
Non feci nemmeno il tempo di allungare le gambe che caddi in avanti, le mani poggiate a terra con un tonfo. E che tonfo! Percepii diversi uccelli volar via spaventati. Pesavo immensamente di più di prima…E non riuscivo a muovermi se non utilizzando tutti e quattro gli arti a terra.
Raggiunta questa consapevolezza, tremando, mi trascinai come riuscivo accanto al fiume: era abbastanza calmo da riflettere l’ambiente circostante…Avrei trovato conferma a quanto temevo ma non osavo nemmeno pensare. Serrai gli occhi un ultimo istante…Poi, spalancandoli, mi specchiai nella superficie acquosa.
Ovviamente ciò che vidi fu quanto avevo temuto: il mio corpo, divenuto decine di volte più grande di quel che era stato per tutta la mia vita, adesso era ricoperto di squame di varie sfumature di bianco. Le mani e le braccia tramutate in zampe artigliate e possenti nella loro grazia, il collo lungo come quello di un cigno irto tuttavia di spuntoni aguzzi, un possente capo dal muso aguzzo, due occhi color del ghiaccio che ricambiano il mio sguardo sconvolto al di là del riflesso…Ali ripiegate sui fianchi, enormi quanto basta da riuscire a sfiorare con la punta l’inizio della lunga e potente coda: anche io ero diventata la creatura del mio incubo reale. Anche io ero divenuta un drago.
A quel punto, tutta la razionalità che mi aveva permesso di procedere fino a quel momento da quando avevo perso i sensi tra le spire infuocate del drago nero venne meno, disgregandosi innanzi a quella assurda verità… E lasciandomi sola in balia del mio terrore.
Corsi via galoppando sguaiatamente dal fiume, sbattendo contro gli alberi, chiamando aiuto sotto forma di ruggiti terrorizzati: non riuscivo a parlare, non riuscivo a comunicare…Non riuscivo a capire. Spezzai tronchi con i miei nuovi artigli, spalancai le ali sbattendole con dolore ai rami più bassi degli alberi, mi impennai, caddi a terra, mi impennai di nuovo: Aiuto…Voglio stare in piedi, voglio camminare diritta…Voglio tornare ad essere umana…Voglio tornare a casa….Cos’è questo mondo? Cosa sono questi suoni troppo forti? Voglio tornare a casa…AIUTATEMI!
Il mio ultimo ruggito, talmente forte da spaventare me stessa, mi lasciò definitivamente senza fiato e senza energie: mi accasciai a terra, nuovamente ansimante, accucciandomi stretta a me stessa aspettando di finirla. Le lacrime mi rigavano le guance squamose…E così, i draghi possono piangere? Quella minima comunanza con l’essere umano mi diede conforto, ma fu come pretendere da una fiammella di riuscire ad illuminare l’intero Abisso.
Fu solo allora che percepii un’altra presenza accanto a me… E che una voce a me vicina parlò: -Fa silenzio, mia cara... E benvenuta nel tuo nuovo Mondo-.
1: L'incontro
Camminai diretta verso camera mia, dove lasciai cadere il pesante zaino e gettai via il cappotto sul letto con macelato disordine: ci avrei pensato dopo... In quel momento dovevo fare alcune cose al piano di sotto, dove c'era il computer.
Stropicciandomi gli occhi pesanti di stanchezza, scesi sgambettando le scale saltando le ultime due con un balzo, per poi atterrare sfurttando la velocità acquisita direttamente sulla sedia di fronte al monitor. Non mi presi nemmeno la briga di far luce alla stanza, limitandomi a premere il pulsante di accenzione dell'apparecchio ed aspettare che il lento affare si svegliasse.
Mi sentivo le membra pesanti, e più volte mi sorpresi a fissare il vuoto con occhi semichiusi…Sospirai stiracchiandomi sulla sedia: ero distrutta da un'ennesima giornata di scuola, e lo stress accumulato durante la giornata pareva essersi tramutato in pigrizia e sonnolenza. Sbuffai rassegnata: dopo quella ricerchina sul Web, avrei sicuramente fatto una dormitina per ricaricarmi…
Al pensiero, diedi appena un calcetto alla sedia girevole, cominciando a girare su me stessa: probabilmente sarebbe stata una delle cose più gradite della giornata, dato che l’unica alternativa che avevo era starmene seduta a fare i compiti.
Non appena mi fui fermata mi riattivai sbadigliando e digitai svogliatamente quanto necessario per poter avviare la connessione in Internet.
Fu solo dopo un po’ che me ne accorsi, forse perché ero troppo concentrata sulla ricerca, oppure (molto più probabilmente) perché così distaccata dal mondo a causa della stanchezza che non riuscivo bene a rendermi conto di ciò che stava succedendo attorno a me… Comunque, pian piano cominciai ad avere la percezione che qualcosa stava cambiando: non solo la stanza era divenuta più calda, ma avvertivo come una presenza accanto a me, dietro di me…Continuai a fare la mia ricerca come se niente fosse: probabilmente, la stanchezza mi stava giocando questo brutto scherzo. Magari avevo pure qualche linea di febbre… Scrollai la testa, tornando a concentrarmi sul monitor e battendo con più accanimento le dita sulla tastiera: dovevo smetterla di divagare, dovevo pensare un poco al lavoro.
Concentrazione… Concentrazione…Ma perché quel dannato affare era così lento?
In quell’istante, forse per quel causuale e futile stato di assorbimento in cui mi ero autoindotta, riuscii a percepire chiaramente uno sbuffo dietro di me: un soffio lieve, certo, come qualcuno che rilascia pian piano il fiato accumulato in gola per non farsi sentire...Ma comunque, per un istante ne avevo avuto un’ inconfutabile percezione.
Smisi istantaneamente di scrivere, allarmata: ne ero sicura, la finestra quando ero arrivata era chiusa… Possibile che me lo fossi immaginato, in una parodia delle voci che la gente sente quando è particolarmente esausta? Trattenni il respiro nel tentativo di ascoltare meglio il mondo circostante, troppo codarda per convincermi a girarmi… Dopo qualche momento, il rumore si presentò di nuovo, più forte: ma quale sospiro, era un vero e proprio getto d’aria calda!
Qualche altro istante d’immobilità e la curiosità ebbe la meglio sulla prudenza (o codardia), così decisi di voltarmi: con una spinta a terra del piede feci in modo da far ruotare la sedia girevole. Il cuore che batteva all’impazzata nell’attesa che precede l’impatto con un qualsiasi cosa, senza sapere cosa aspettarmi dietro di me : un assassino? Un maniaco? Un bel niente? Un…
Nemmeno con tutta la fantasia del mondo sarei riuscita ad immaginare cosa c’era dietro di me in quel momento… Forse proprio per quel pizzico di logica che permea ogni pensiero di un qualsiasi adolescente od adulto, e che rende queste due categorie di persone tanto vanitose ed impettite di fronte alle fantasie infantili.
Avendo dato troppo slancio col piede per la rotazione della sedia feci in tempo a scorgerlo solo per un attimo, così da ritrovarmi quasi subito a guardar nuovamente e di sfuggita il monitor del computer… Ma, non avendo esaurito lo slancio, il girotondo continuò fin quando, per ironica casualità, non mi ritrovai direttamente di fronte al capo di quell’essere: un muso squanoso, affilato, nero come la pece eccetto che per quelle punte d’avorio madreperlato, per i due occhi allungati, d’un azzurro ghiaccio di eccezionale bellezza… E per le due zanne d’avorio accuminate e letali, visibili appena nella parte più avanti del muso della creatura, probabilmente solo la punta dell’iceberg di quell’enorme chiostra di denti che deve avere nascosta tra le fauci.
Sentii il corpo pervaso da un brivido, una specie di misto tra paura ed eccitazione: era….Era… Strizzai un momento gli occhi, incapace di riuscire anche solo a pensare quella parola, quasi scatenasse un temibile potere solo se pronunciata. Stranamente, non mi sfiorava nemmeno l’idea che quella creatura fosse solo un frutto di una mia immaginazione, un’illusione dettata dalla stanchezza: era troppo concreta per essere un sogno, e poi solitamente i miraggi non espiravano aria calda, l’aria vissuta di una creatura reale…
Riaprjj gli occhi con lentezza, implicitamente incredula di essere anche solo riuscita a sopravvivere alla vista di quel possente essere… La creatura continuava a stagliarsi davanti a me, completamente immobile e dallo sguardo fiero, arcano, misterioso ed altero come quello di una tigre…Eppure, al tempo stesso, dolce e addoloratamente felice, in un’ambiguità straziante e potente.
Con una certa riluttanza che soccombette alla mia implacabile indole curiosa, girai lentamente il collo di lato per riuscire a vedere anche il corpo dell’essere, quasi ad ulteriore conferma per il nome dell’entità che avevo innanzi agli occhi… Ciò che vidi spazzò via brutalmente quei pochi e labili dubbi che mi erano rimasti in mente: un corpo nero e muscoloso da cacciatore, sinuoso e snello, seppur così grande che feci fatica a capire come riesca ad entrare tutto in quella stanza di casa mia, minuscola e misera rispetto a quell’enorme mole. Le zampe posteriori, leggermente più sviluppate di quelle anteriori, erano dotate come quest’ultime d’affilati unghioni d’avorio, simili alle punte cornee che si susseguivano su tutta la colonna vertebrale dell’essere a distanza quasi precisa l’una dall’altra, e che diventavano più minute sull’imponente coda, attorcigliata attorno ad una zampa posteriore con il fare tipico dei gatti accovacciati.
Mi soffermai un ulteriore istante sulla coda, poi da lì tornai a rivolgere lo sguardo verso il dettaglio più magnifico, a mio avviso, di quel corpo glorioso: semimimmetizzate per il medesimo colore rispetto al resto del corpo, le due ali membranose riposavano ai fianchi della colonna vertebrale, lasciando intendere la gloriosità pur essendo in quel momento placidamente ripiegate sui fianchi, con morbida naturalezza.
Solo quando riuscii a spostare nuovamente l’attenzione sul muso della creatura, i miei pensieri e la ragione tornarono a funzionare quel poco da riuscire ad urlarmi muti nella mente all’unanimità con tutto il mio stesso essere il nome della favolosa (nel vero senso della parola) creatura che avevo davanti. E’ un drago, riuscii infine ad articolarmi in testa. Ora che sono riuscita finalmente a constatarlo, stà a vedere cosa vuole lui da me continuai a monologare, in una logica ferrea che contrastava con i miei sentmenti di stupore e onnipresente curiosità.
Forse intuendo che avevo finito la mia ispezione, il drago finalmente si mosse, allungando il collo sinuoso fino a qualche centimetro dalla mia fronte, annusandomi con quanta delicatezza era possibile da una così imponente mole. Io rimasi impietrita, tesissima: aveva intenzione di mangiarmi? Ma allora perché attendere il riconoscimento da parte mia? O forse mi stava odorando perché faccio così schifo a vedermi che non è sicuro che valga la pena o meno di divorare una come me? La cosa non mi toccava più di tanto: tanto prima o poi sarei morta, no… ? Allora, perché attendere? E poi, quale fine migliore di essere divorata da una creatura simile?
Di colpo, il drago nero smise di annusarmi, per poi abbassare il muso quel tanto da potermi fissare negli occhi: le sue iridi ghiacciate erano talmente grandi e profonde che, se avessi ignorato volontariamente tutto il carico emotivo che trasportavano, avrei potuto tranquillamente perdermici dentro…
In quell’istante, riuscii a captare qualche movimento al piano di sopra: la porta di casa che si apriva e richiudeva, contemporaneamente all’inizio di una sequenza di passi leggeri ed affrettati di una persona che ben conoscevo, perché viveva con me da tutta una vita…
Impallidii appena, considerando l’imponente fardello che mi fissava al piano di sotto e di cui colei era completamente ignara.
-Ciao, Iris!- urlò mia madre con la sua solita voce un po’ affannata del dopo lavoro, rivolta ad un punto indistinto della casa non sapendo esattamente dove io fossi. Sbiancai ancor di più, non sapendo esattamente cosa fare per non turbare nessuna delle due anime che si trovano in quella casa con me…Diamine, ero stata ad osservare per un periodo di tempo indefinito un enorme creatura che fino a quel momento avevo creduto frutto di fantasie…Perché l’autocontrollo e l’invettiva venivano meno proprio di fronte a mia madre?
-Ehi, Iris! Iris?!- ripeté la voce di sopra, probabilmente uscendo dalla mia camera deserta.
Alchè, deglutendo, decisi finalmente di pronunciare un fliebile, quasi inudibile: -Ma…Mamma?-
Mossa sbagliata, probabilmente: con una calma tale che sarebbe stato impossibile anticiparne i voleri, il drago nero di fronte a me ritirò la testa con un movimento fluido, per poi spalancare di scatto le fauci ed eruttare una vampata di fuoco grigio-nerastra su di me.