Monday, March 10, 2008

Il potere dell'Aria.

Capisco da subito che uno scontro diretto non è la migliore delle ipotesi nelle mie condizioni già dal primo impatto con le sue squame, quando provo ad attaccarlo: è netta la differenza tra le nostre forze, come anche l'abilità nel combattere. Presto, la mia voglia di lotta viene sedata dalla fredda logica che non mi dà speranza... Il che è un male, perché ormai ci sono dentro fino al collo.
Appena dopo il ruggito intimidatorio sono io a fare la prima mossa, sfrecciando veloce verso il mio avversario e provando a colpirlo al collo, sfruttando il tramuma dell'impatto dei nostri due corpi. Tuttavia, non essendo esperta di riflessi draconici, mi accorgo in fretta ma troppo tardi che il fragoroso colpo inferto dalla mia massa corporea sulle sue squame non ha alcun effeto: di conseguenza, mi trovo quasi subito nelle grinfie dei miei due nemici.
Fulmineo, il drago viola mi colpisce direttamente sul collo: ho la sensazione orrenda dei denti che trapassano le squame con difficolta, ma che riescono infine ad arrivare alla carne, stringendo sempre di più... Il primo intontimento è sconfitto dal dolore, che mi impone di agire: così, torcendo dolorosamente il collo, provo a colpire il mio avversario proprio all'attaccatura sulle spalle; i miei denti riescono a penetrare appena nella carne del nemico, quando sento qualcosa incidere le squame del collo, in un altro punto rispetto al morso del drago: è la spada del cavaliere, che pur non essendo utile come le zanne della sua creatura, riescono a farmi distrarre abbastanza da permettere al drago di farmi perdere la presa dei denti: con una torsione del collo, me lo ritrovo proprio davanti alla faccia, un'espressione di odio profondo sotto le cateratte degli occhi. Ma è un attimo: facendo leva sul suo stesso corpo, riesco a scalciarlo via, trovando un po' di distanza e riposo. Sono spossata, e la ferita mi fa male: probabilmente è il risultato della perdita di sangue.
Il mio attimo di tregua non dura quanto spero: dato che la distanza che ci separa non può nuocere nè al suo cavaliere nè a sè stesso, il drago ricomincia a scagliare delle lingue di fuoco: riesco a schivarle con un rapido colpo d'ali, portandomi alla loro sinistra, ma le fiamme raggiungono la battaglia che si stà svolgendo sotto di noi. Sussulto nel sentire gli sridii dei Grifoni e dei Narug, ma non ho il tempo di dispiacermi abbastanza che altre fiamme mi raggiungono: data la mia stupida distrazione, una sfera di fuoco delle dimensioni di una palla da basket mi colpisce in pieno petto con la potenza di uno schiocco di frusta.
L'impatto mi mozza per un momento il fiato, facendomi arretrare fin quasi a sfiorare le punte degli alberi...Ma è decisamente meno forte di quel che mi aspettavo, per fortuna. Ringraziando mentalmente le resistenti squame bianche che ricoprono tutto il mio corpo, schivo altre palle di fuoco con tutta la destrezza di cui sono capace, volando in circolo attorno all'infaticabile drago viola. Il cavaliere, sopra di lui, guarda la scena impassibile, stringendo la spada con le mani dai guanti di ferro. Quando sento altre strilla provenire dalla battaglia, decido una volta per tutte di allontanarmi. Così, per innervosire il mio avversario, sfreccio verso di lui per poi virare bruscamente verso la direzione del fiume sotto la cascata, dopo aver schioccato le fauci ad un palmo dal suo naso. Presto, mi accorgo che lo strataggemma ha funzionato: un infuriato ruggito giunge alle mie spalle, unito ad un potente battito d'ali. Così, perdo quota virando per mettermi proprio sopra il fiume, sfrecciando veloce su di esso, diretta in un luogo che per ora mi è ignoto dove continuare il combattimento. Presto, del calore insopportabile mi fa capire di quanto la mia idea di volare sul fiume sia stata sciocca: lì sotto, sono un bersaglio ideale per le sfere di fuoco del drago viola, ed ho inoltre poca possibilità di manovra. Imprecando tra i denti, provo ad aumentare ancora la velocità del volo, zigzagando per quanto mi è possibile per evitare gli attacchi del drago.
L'inseguimento dura per poco, molto poco: con mira infallibile, proprio quando mi trovo al centro del fiume, il drago mi colpisce con una palla di fuoco proprio in mezzo alle scapole. Il colpo, che anche di per sè è doloroso come una scarica di elettricità, mi spinge con violenza verso l'acqua. Tento di resistere, ma la spinta è troppo colma di fulminea potenza: le punte delle ali toccano la superficie del fiume, poi tutte le zampe, poi il corpo. Non ho neanche il tempo d'accorgermene che sprofondo sott'acqua... E la pace si diffonde nel mio spirito. Anche se il sangue ricomincia a fluire dalla ferita al collo, le scottature migliorano grazie al tocco magico del liquido freddo: in un istante, mi sento già meglio, più tranquilla e meno affannata... Dopotutto, la sfera di fuoco non ha portato del male.
Agile, nuoto più in profondità, sentendomi protetta più del dovuto, ma decisa a far durare quell'illusione. La superficie và a diventare sempre più distante, l'acqua si fà più fredda...
Del trambusto sopra la mia testa mi fa riscuotere: alzo la testa e vedo alcune sfere rossastre che spuntano dalla superficie e spariscono mentre affondano a qualche metro da me. L'effetto ha un che di comico, come una specie di ebollizione al contrario...Anche se crudele come una pioggia di meteore: evidentemente, il drago ha deciso di non lasciarmi andare tanto facilmente. Comunque, le sfere sono lente nella loro discesa, quindi anche se riuscissero ad arrivare da me riuscirei a schivarle con largo anticipo.
Dopo poco, e le sfere divengono più potenti e veloci, anche se non abbastanza da darmi problemi; questo perché il drago viola s'è avvicinato alla superficie per guardare nell'acqua e trovarmi: lo capisco dal suo riflesso scuro sul manto bluastro e brillante sopra la mia testa.
E' vicino... Molto vicino. Ed anche nervoso: lo si vede da una parte della sua ombra in continuo movimento, probabilmente la coda.
Presto, l'ombra si sposta, segno che il drago si stà allontanando: sembra ancora più infuriato, dato che la coda adesso, nel muoversi, sfiora la superficie dell'acqua così che perfino io riesco a scorgerla...Un momento, e l'idea mi balena in mente: silenziosa, mi avvicino all'ombra da dietro, come una predratrice quale sono, seguendo quel movimento con calma ereditata dalla mia nuova razza...E poi, fulminea, faccio scattare la testa, intrappolando la coda del mio avversario, per poi cominciare a trascinarlo giù con tutta la forza che posseggo, compiendo un avvitamento su me stessa per riprendere la direzione.
Dalla mia ho però solo l'effetto sorpresa, mentre il mio avversario è più forte di me. Dopo qualche istante di sorpresa, il drago viola, trascinato in acqua fino all'altezza delle ali, comincia a dibattersi per riuscire a tornare in superficie. Le sue ali nell'acqua creano delle piccole correnti che mi mettono abbastanza in difficoltà...Senza contare i poderosi calci che la creatura tenta di mandare a segno sul mio corpo. Chiudendo gli occhi, continuo a nuotare, mettendo più forza in ogni zampata ed ogni colpo d'ala.
Tuttavia, la mia forza non è affatto sufficiente. E poi, se non riesco nell'intento, dovrò combattere ancora con il drago...Riapro gli occhi, pronta a mollare la presa.
Un movimento alla mia destra mi fa girare il capo un attimo, mentre il mio corpo continua ancora a resistere insintivamente alla forza del rettile nemico: quel che ha attirato la mia attenzione è un qualcosa che affonda a grande velocità... Ci metto un secondo a capire: è l'umano. L'umano che governava il drago è stato sbalzato dai movimenti di quest'ultimo! Probabilmente, neanche il drago stesso se n'è accorto. Comunque, ormai è troppo tardi per salvarlo: perché, appena hanno visto il corpo dell'uomo sprofondare, una miriade di pesci si è fiondata su di lui, come squali su un pezzo di carne. Presto, vedo brandelli rosei o metallici affondare, mentre l'acqua si riempie di sangue... Inorridita, lascio andare la coda sanguinante del mio avversario, uscendo fuori dall'acqua con lui.
Il drago viola sembra confuso, e vacilla. I suoi occhi sembrano meno vaqui...Che l'incantesimo si sia rotto con la morte dell'umano?
Il suo respiro è affannoso quanto il mio, forse di più. Non sapendo la dinamica dell'incantesimo che lo rendeva schiavo, non so cosa può essergli accaduto con la morte del suo cavaliere. Anche per lui giungerà la morte? Oppure sono riuscita a liberarlo?
-Ehi...- esclamo prudente rivolta a lui. Nessuna risposta. Il drago potrebbe sembrare morto, se non fossse per il ritmico battito delle sue ali.
Ad un tratto, il collare che ha al collo sembra emettere qualche bagliore. Lo guardo incuriosita: forse davvero il fulcro dell'incantesimo si è rotto...
In quell'istante, il drago riapre gli occhi: nulla sembra cambiato nel suo sguardo: stessa patina, stessa furia bestiale... Nessuna differenza in lui, apparte la sella di cuoio vuota.
Il drago ruggisce implacabile, fiondandosi addosso a me. Riesco a schivare istintivamente, per poi cominciare a volare via, allontanandomi da lui. Il vento sfreccia sul mio corpo, mentre il maestoso essere ricomincia a seguirmi, eruttando palle di fuoco di tanto in tanto... Le sue energie si sono affievolite. Come le mie, del resto. Continua ad essere uno scontro impari.
Prendo quota, sfruttando una corrente favorevole, percollendola quanto mi è possibile, sbucando tra una nuvola e l'altra nel tentativo di confondere l'avversario...

Si dice che, nei momenti di maggiore difficoltà, le persone rivivano dei ricordi che non c'entrano nulla con quello che stanno vivendo al momento...Ma che alle volte aiutano. Questo accade anche a me, mentre schivo una palla di fuoco dietro l'altra, il ruggito nemico nelle orecchie: mi torna in mente la voce rassicurante della Custode dell'Aria. Dei suoi addestramenti. E della prima volta che ho ascoltato il Canto del Vento.
Certo, la mia situazione è molto più drammatica, ma dopotutto ascoltare il vento potrebbe aiutarmi a trovare un modo per sconfiggere il mio avversario... Rilassai la mente, concentrandomi sulla sensibilità del corpo, senza però perdere d'occhio ciò che stavo facendo. Il vento che mi scorreva sulle ali era particolarmente freddo, e non del tutto sconosciuto. Lo sentivo dentro: il Ghiacciaio mi ha mandato una corrente favorevole, ovvero quella che stò percorrendo. Eppure... Di colpo la corrente cambia del tutto, così da ritrovarmi con il vento nella direzione sbagliata...Verso il drago. E' un modo gentile per dirmi che sono una codarda da fuggire così? Sospirando, mi volto, guardando in faccia il nemico in avvicinamento. Strano, ma sembra quasi che la corrente del Ghiacciaio stia scomparendo. Eppure, pur non muovendo le ali, mi sento come sorretta a mezz'aria, come se delle funi invisibili mi stessero sorreggendo...Infine, capisco dov'è finito il vento: le ali. Tutta l'energia del Ghiacciaio è affluita nelle mie ali. In quel momento, capisco ciò che devo fare: come Bijuk-Kan aveva utilizzato a suo tempo il corpo per generare il tornado... Con una nuova grinta ed una nuova forza, comincio a sbattere le ali con violenza, verso il mio avversario sempre più vicino. Ad ogni colpo, l'energia del vento sparisce dal mio corpo, andandosi a plasmare davanti a me, in un circolo sempre più violento, che diviene quasi visibile...Stò plasmando un tornado!
A poco a poco, il piccolo vortice diviene sempre più nitido e potente, di una strana colorazione grigio-blu. Diventa sempre più grande, fino a superarmi in altezza di uno, due, tre centimetri che a poco a poco diventano metri: la dimostrazione concreta della forza selvaggia del freddo vento.
Ovviamente, il drago si è accorto di lui: ma pur tentando di scappare, il risucchio è talmente forte da impedirne la fuga. Solo io sembro essere lasciata al di fuori della grandissima forza che viene dalle mie ali: forse perché l'ho creato io. Forse perché è la dimostrazione del vincolo che ho stretto con questo vento, quel giorno nel deserto di nuvole...
Quando mi sento pronta, con un ultimo colpo d'ali che recide il vincolo d'energia tra me ed il tornado, dò la direzione a quest'ultimo, che veloce ed inesorabile s'infrange con un boato contro il drago viola. Riesco ad udire appena i suoi ruggiti, dato il potente e contiunuo ululato della forza che ho creato.
Il tornado và diminuendo di volume velocemente. Dopo soli dieci secondi, è dimezzato di volume. Eppure pare essere stato efficace: dopo che l'uragano si è dissolto, rimane solo il drago, svenuto, che cade a peso morto andandosi a schiantare sulla foresta poco distante. Lo inseguo, l'adrenalina unita alla stanchezza che mi rendono confusa, atterrando accanto a lui. Respira ancora, anche se male. E pare che almeno un'ala sia rotta...In compenso, la pietra del suo collare si è rotta. Non so cosa vuol dire, ma mi pare un buon segno... Mi avvicino all'essere privo di sensi e, con un morso ben assestato, strappo via il collare, lasciandolo accanto all'essere dormiente. Adesso pare più tranquillo, quasi innoquo...Dopo un attimo di esitazione, lo lascio lì a dormire per dirigermi verso la Cascata di Menikin, per vedere in che situazione si trovano i miei amici.
Segni della mia lotta con il drago quasi non ce ne sono: sott'acqua, un'armatura con qualche osso. Nella foresta, un drago viola dormiente con il collare. E, come se ci fosse stata una normale tempesta, qualche albero bruciacchiato o demolito dal tornado. Di certo ben poco, rispetto a quel che ho passato. Ma dopotutto, in proporzione, questo vale per tutte le guerre...