Sunday, August 31, 2008

Aquile e fagiani.

All'alba del nuovo giorno siamo tutti ben svegli e pronti alla partenza. Ci troviamo davanti alle imponenti stalle di Menikin, in compagnia del Re e di Marok, a scambiarci gli ultimi convenevoli prima di partire. Squama è a disagio, ed anche io provo una certa inquietitudine: alzando lo sguardo, infatti, si possono vedere centinaia di occhi felini che ci scrutano furenti dalle stalle aperte.
Non sto ascoltando nulla della conversazione, troppo poco abituata alla burocrazia ed alle buone maniere dell'aristocrazia, così passo il tempo ad osservare le facce di coloro che mi sono attorno: Squama che guarda inquieto verso l'alto, Marok che non finge nemmeno di stare a sentire il re e se ne sta appoggiato al muro con aria assorta. Poi guardo il sovrano: probabilmente si è accorto che nessuno lo sta ascoltando, ma continua a parlare per dovere d'etichetta, rivolgendosi soprattuto a Selvaggia, l'unica che gli presta un minimo d'attenzione, forse anche lei solo per non infrangere il galateo.
E Felix? In un primo momento non lo vedo. Poi, con un sussulto, riesco ad inquadrarlo: silenzioso come un gatto, il Diurno si è distanzianto dal gruppo per dirigersi verso le stalle. Lo scruto con aria interrogativa, e lui mi fa l'occhiolino prima di scomparire all'interno dell'edificio.
Faccio un segno a Selvaggia, che annuisce appena: a quanto pare la cosa è pianificata...

Poco dopo il povero Re, che a quanto pare ha parlato initnerrottamente al vento per un quarto d'ora di seguito, si congeda con un inchino e va via sbattendo le belle ali. Non appena è abbastanza distante, Felix torna da noi portando in braccio qualcosa, una piccola palla di pelo che riconosco subito: è Berizul, il cucciolo di grifone che ho soccorso e per il quale sono quasi stata uccisa da Cripto e Swift.
-Ho dovuto aspettare un po', perché credo che non sia una procedura del tutto legale, anche se il padrone di Swift è morto in battaglia...- ciancica Felix dirigendosi verso Marok. L'Elfo lo guarda stupito, mentre Selvaggia sorride appena, nascondendosi dietro ad una mia zampa. -Sono un po' di troppo...- sussurra. Certo, come se noi draghi non lo fossimo!
Dopo qualche istante, Marok si riprende dall'intontimento, scrollando la testa: -Non posso accettare, Felix- dice con un sorriso mesto, per poi guardare il cielo: in alto, una coppia di rapaci mattinieri sta volando in cerca di prede.
-Sai benissimo qual'è il significato della nascita di un cucciolo: decreta l'alleanza di due famiglie, che s'impegnano per mantenere il piccolo fino in età adulta. E... Berizul ha già le sue famiglie; io con lui non c'entro nulla-.
Piomba un silenzio pesante, in cui non ho il coraggio di guardare le facce dei due Diurni. Abbasso lo sguardo, tenendo d'occhio Selvaggia.
Una risata cristallina mi fa alzare di scatto la testa: è Felix, che ride di gusto come avesse ascoltato la più riuscita delle battute.
-Ah! Avanti, Marok: scommetto che nemmeno tu credi alle tue parole. Noi, i due orfani abbandonati, siamo vissuti in un mondo di illegalità, di tradimenti e di ingiustizie... Ma non ci siamo mai tirati indietro, e abbiamo combattuto con sorrisi e comprendendoci anche nei momenti peggiori...Come due idioti, forse...O come due amici. Ed adesso, adesso che l'ingiustizia ti è stata arrecata è dolorosa come una ferita... Decidi di tirarti indietro? Non è da te, che hai sangue di aquila nelle vene.
Vedi, Marok, ci sono tanti modi di andare avanti: come fagiani, che veloci scappano da tutto, senza combattere, troppo timorosi per poter anche solo constatare le dimensioni del nemico; o come le aquile, che accettano la propria sorte combattendo il nemico, di qualsiasi dimensione esso sia ed in qualsiasi modo, come fanno quando cavalcano i venti. Le aquile, che accettano il dolore senza ritirarsi, limitandosi a sopravvivere con quel che basta ma con decoro...
Ed adesso, Marok...Sei giunto ad un ennesimo dirupo davanti al quale scorre la tua vita: ti getterai a capofitto, tentando di cavalcarne le correnti, oppure rimarrai titubante sul ciglio, fin quando la tua carne marcirà?-
I due diurni si squadrano un istante, seri come non mai, mentre il piccolo grifone si dimena tra le braccia di Felix.
Poi, con un lieve movimento di spalle che diventa man mano sempre più accentuato ed incontrollato, i due amici scoppiano a ridere fragorosamente, così tanto dall'attirarsi sguardi poco amichevoli dai grifoni dormienti. Ignrandoli, i due continuano a ridere sguaiatamente, a bocca aperta, tirando di tanto in tanto dei sospironi che aumentano ancor di più le risate. Mi ritrovo anche io a sorridere alla scena, di nascosto, perché se mi scoprissero sarei sicuramente fuori luogo...
Tenendosi la pancia con una mano, i due smettono lentamente, tramutando il suono allegro in qualche sorriso sincero.
-Non sei mai stato un grande oratore, Felix...Il tuo discorsetto mi ricorda molto le serenate zoppicanti che fanno gli innamorati alle loro amanti!- commenta Marok frenando il ritorno di un'ennesima risata.
Felix sorride con aria colpevole: -...Lo so perfettamente. Ed il fatto che mi sono spinto a fare una figuraccia del genere dovrebbe essere un motivo più che sufficiente per accettare la mia proposta... No?-
Osservo la faccia di Marok, nuovamente titubante e persa per i suoi pensieri... Non riesco a capire se lo fa seriamente, oppure appositamente per creare della suspance.
Infine, con un sospiro, il Diurno si decide: -...D'accordo: accetto. E ti giuro sul mio sangue d'aquila che questo cucciolo crescerà forte e sano quanto i cuccioli del Griofone Reale.-
Felix si rilassa, finalmente soddisfatto, per poi porgere il cucciolo all'amico. Mi rilasso anche io, guardando prima Selvaggia accanto a me, poi SquamaVerde, che guarda con freddo distacco la scena che molto probabilmente tuttavia non lo lascia totalmente indifferente...
Una volta ultimato il passaggio, quasi si fosse appena risvegliato da un intorpedimento, Felix sbatte le ali e si carica lo zaino in spalla.
-Avanti, adesso: abbiam perso fin troppo tempo-. Detto questo, in un lampo entra dentro la stalla, per poi riuscirne subito dopo in groppa a Cripto, allontanandosi velocemente da noi.
Squama sbuffa irritato. -Ma se fino ad adesso abbiamo aspettato i comodi suoi...- borbotta ringhiando. -Tuttavia ha ragione: avanti, voi due!- esclama allontanandosi di corsa, in modo da poter aprire agilmente le grandi ali e spiccare con più velocità il volo.
Io e Selvaggia ci guardiamo un momento, piene di intesa, per poi avviarci anche noi, di nuovo compagne di un viaggio... Ed unite dall'ignoto che ci si para davanti.