Monday, October 20, 2008

L'attacco dei Phooka

E' passata mezza giornata, ormai, da quando abbiamo cominciato il nostro viaggio: se fossimo a quota abbastanza bassa per poterli avvistare, la città elfica ed i margini della foresta dove essa è nascosta non sarebbero sicuramente più distinguibili, dato che abbiamo viaggiato ininterrottamente per tutto quel tempo.
Nessuno ha proferito parola durante tutto il tragitto: un po' per risparmiare e far risparmiare fiato, un po' perché le parole si sarebbero perse nel vento, tra noi alleggia un silenzio morbido e rilassato come un tacito accordo.
Guardo verso il basso, affascinata: un banco di nubi basse si estende sotto di noi, come un morbido manto di pecore. Non sono ancora ben abituata a quel genere di paesaggi, dato che solitamente io e Squama tendevamo a volare più in basso. Tuttavia, per qualche motivo che mi è oscuro, Squama ha deciso di salire di quota, dove il cielo è deserto ma l'aria si fa più rarefatta...
-Ehi! Dragonessa!- la voce di Felix, resa quasi impercettibile dal vento, interrompe improvvisamente il silenzio facendo trasalire tutti. Mi volto verso il Diurno con sguardo interrogativo. -Sì?- chiedo.
-Non potremmo abbassarci di quota? Qui la pressione è troppo alta, non riesce a respirare!-
-Chi, il Mezzaquila? Pensavo che i rapaci fossero abituati a queste altezze...- s'intromette SquamaVerde, modificando appena la posizioni di ali e coda per poter utilizzare una corrente favorevole. Cripto sibila irritato, sbatacchiando la lunga coda.
-No, non lui! Mi riferisco a Selvaggia, stupida lucertola! Lei non è abituata a volare a queste altezze...-
Sgranando gli occhi di sorpresa, volto la testa verso la Notturna: effettivamente ha un respiro più affannoso del solito, pur sembrando all'apparenza rilassata come al solito. Come risquotendosi, ha un leggero tremito prima di tornare a guardarmi, gli occhi più lucidi e fingendo di star bene.
-No..Non preoccupatevi, posso continuare ancora per un po'- mi sorride. Tuttavia, non la stò nemmeno a sentire: lentamente ma non troppo, comincio a scendere di quota fino ad arrivare all'altezza a cui volavo solitamente con Squama prima della nostra sosta a Menikin.
-Queste cose me le devi dire... Non sono una grande esperta del volo, quindi ad i problemi che il volo comporta a coloro che non sono abituati non ci penso spontaneamente...- l'ammonisco dolcemente.
-Beh...Forse però dovresti starci più attenta- borbotta Felix, che ci ha raggiunto seguito da Squama.
-Dopotutto, adesso sei un drago-.
Sibilo irritata, guardandolo truce. -Oh, è arrivato il maestro di vita...Mi spieghi che ne puoi sapere, tu? Voli da tutta la vita, non ti è mai capitato di cambiar specie, credo: vorrei vedere te, a ritrovarti da un giorno all'altro con quattro zampe, coda ed ali ed in un mondo completamente diverso dal tuo!-
-Ma alla fin fine, non sei qui da ieri, mi pare: dovresti smetterla di piangere su ciò che è stato, e concentrarti di più sulla tua missione attuale. M'è giunta voce che per poco non ti facevi far fuori da un paio di semplicissimi Narug: come pensi che farai a sconfiggere il Demone Nero, colui che stà sottomettendo draghi cento volte più saggi e forti di te? Ormai la cosa riguarda anche il mio popolo: non posso credere che colui che dovrà essere il Salvatore di tutte le razze possa essere una draghetta tanto inesperta, che non ha ideali e che conbatte controvoglia!-
Quel tono accusatorio... Ruggisco di rabbia, snudando le zanne. -Se sei tanto bravo da compiere accuse a destra e a manca, perché non ci vai tu a combattere? Te e tutta la tua razza non avete fatto altro che starvene rinchiusi al sicuro senza muovere un dito, avvinghiati ad un rancore infantile e passato, ad aspettare la distruzione del mondo! Sei tu quello che ha il coraggio di parlare...-
-Adesso basta, tutti e due!- ruggisce Squama, mettendosi in mezzo.
-Non t'intromettere, te! Non c'entri nulla!- ribatte Felix, lanciandomi sguardi truci al di sopra della mole del drago.
Gli do ragione: per qualche motivo, non appena sono scesa a quota normale son divenuta di pessimo umore, ed ho voglia di scaricarmi continuando a discutere. Eppure, il malore non deriva solo per le parole di Felix: solitamente le avrei ignorate o le avrei ribattute con molto più garbo, e la questione sarebbe finita lì. Stavolta è diverso: è come una specie di cappa di cupezza e nervosismo mi avesse avvolto. Certo, ogni tanto mi capitava anche da umana di aver la Luna storta senza motivo...Ma mai con un cambio di umore così repentino.
-State quieti, non siete più dei bambini! Avanti, atterriamo: siamo tutti stanchi per il lungo volo, e c'è qualcosa che non mi quadra...- Detto questo, con insolita calma, Squama squadra il paesaggio alla ricerca di un posto dove atterrare. Il suo tono fermo mi fa tacere, così anche io comincio ad imitarlo. Tuttavia, l'impresa non richiede molto tempo: infatti, mi accorgo solo allora che stiamo sorvolando una grande distesa d'erba alta.
Così, i movimenti resi bruschi dal nervosismo, atterro in malo modo ad una certa distanza dagli altri. Lascio smontare Selvaggia senza nemmeno guardarla in faccia, per poi cominciare, inquieta, a camminare avanti ed indietro in modo da dissipare un po' del malumore. Tuttavia, più cammino, più mi sento peggio: mi sembra quasi di scoppiare, non mi sono mai sentita così furiosa in vita mia.
Mi volto per guardare gli altri: Felix, più rabbioso che mai, risponde al mio sguardo con una specie di frecciata visiva, che mi fa imbestialire ancor di più.
Tuttavia, i nostri sguardi si separano bruscamente: con un movimento brusco ed un ruggito sibilato, infatti, Cripto si è scrollato di dosso il suo cavaliere, disarcionandolo.
Perfino nella mia rabbia non posso non provare stupore: per quanto ne ho appreso nei miei giorni di permanenza nella cittadina dei Diurni, è raro che un grifone "di città" si ribelli al suo padrone...Ed in più, Cripto era reputato uno dei grifoni più attaccati al proprio cavaliere. Cosa stà succedendo, quindi...?
Mi volto verso Selvaggia, che nel mentre ha raggiunto SquamaVerde: solo loro due sembrano immuni da quel nervosismo che permea l'aria. Che nesso, allora...?
I miei pensieri vengono interrotti da un dolore improvviso ad una zampa posteriore: qualcosa mi stà mordendo con forza. Con un ruggito, muovo violentemente la zampa in modo da far andare via l'essere indiscreto che si è azzardato ad attaccarmi, voltandomi infastidita per vedere di che si tratta.
Non appena riesco a riconoscere l'animale, sgrano gli occhi dalla sorpresa. Come aspetto, si direbbe un comunissimo coniglio... Ma da quando i conigli cercano di attaccar briga con i predatori?
La bestiola si rialza dalla botta scrollandosi infastidito, e guardandomi truce snuda gli incisivi... I quali, tuttavia, sono ben appuntiti e per niente adatti ad un erbivoro. Indietreggio, non per paura ma per confusione: la rabbia mi ha abbandonata, e riesco a riprendere il controllo di me stessa.
-Ehm...Squama...- sussurro titubante. -Da quando i conigli hanno il coraggio di mordere?-
Proprio quando finisco la domanda, l'animale salta di nuovo verso di me, per tentare di mordermi ancora. Lo colpisco con una zampa, facendolo volare più lontano, per poi avvicinarmi a Squama.
-Che succede?- chiedo preoccupata.
Lui si volta un momento verso di me: -Non va bene...Non va affatto bene. Ecco il motivo per cui non volevo scendere di quota: siamo nel territorio dei Phooka-.
-I Phooka?- chiedo, ma un sibilio mi interrompe: è Cripto, che ci scruta con aria minacciosa, mettendosi in posizione di attacco. La sua coda frusta l'aria , le zampe sguainano gli artigli ed il pelo sul collo si fa irto, in modo da farlo sembrare un essere ancor più temibile.
Selvaggia sussulta, facendo un passo indietro, mentre Felix, ripresosi come me dai momenti di rabbia, frappone tra noi e lui. -Ehi... Amico, che ti succede?- chiede con voce ferma ma preoccupata al tempo stesso. Per tutta risposta, il grifone si accuccia ringhiando, ed in un attimo è balzato in aria, diretto verso il suo cavaliere.
Felix si fa indietro parandosi con le mani, ma le temibile zampe non lo raggiungono: infatti, a metà del suo attacco viene tirato indietro con uno strappo da una pianta verde scuro che gli si è attorcigliata fulminea ad una zampa posteriore. Guardo Selvaggia accanto a me: ha una mano spalancata in avanti, il braccio teso, diretto verso la pianta. Tuttavia, il viso non smentisce lo sforzo di quanto stà facendo.
-Felix...Via!- grida l'Elfa.
Il Diurno fa appena in tempo a scostarsi con un battito d'ali che la pianta che imprigiona Cripto comincia a marcire, riducendosi in pochi secondi in niete più che un ammasso maleodorante, che il grifone si scrolla via con un colpo furioso dell'arto appena liberato.
Felix atterra accanto alla sua amata, visibilmente scioccato: lo posso ben capire, dato che lui ed il suo grifone, al paese da cui venivano, erano reputati una delle coppie maggiormente affiatate in battaglia e nelle gare di volo...
Tuttavia, non faccio in tempo a rimurginarci troppo: infatti, una serie di tonfi sordi ha attratto la mia attenzione.
Faccio appena in tempo a girarmi che una cratura molto simile ad una gazzella, con un colore del manto leggermente più rossiccio, balza fuori dall'erba alta e prova a saltarmi addosso: anche questa, come il coniglio di poco prima, pare avere una dentatura molto più temibile di quella di un semplice erbivoro. Tuttavia, come per l'altro, il suo intervento pare essere piuttosto inutile: lo colpisco con un movimento della zampa violento, in modo da farlo andare via... Ma l'animale pare essere più provvisto del coniglio: infatti, con una manovra simile a quella dei Narug, tramuta i suoi zoccoli in zampe artigliate, ancorandosi alla mia zampa ed affondando il muso nell'arto bianco, con una voracità degna di un lupo. Ringhio di dolore, scrollando ancora la zampa, ma senza successo. Così decido di cambiare strategia, andando direttamente ai fatti: avvicino la zampa al muso, prendo non proprio delicatamente il ventre dell'animale tra le mie fauci, lo stacco via in malo modo dalla zampa e con uno scatto della testa lo scaglio lontano: di lui non mi rimane che il sapore di sangue in bocca.
Tuttavia, non faccio in tempo a cantar vittoria: infatti, altri due gazzelle-Narug si avvicinano a me con fare minaccioso. Evidentemente, la bestiolina viveva in branco...
Ringhio ancora, facendomi aggressiva, ma non faccio in tempo ad attaccare che una specie di arbusto, molto più grande e massiccio di quello creato poco prima da Selvaggia, mi spunta davanti e scaglia via gli animali inferociti come una gigantesca frusta.
Mi volto indietro, giusto in tempo per notare un abbozzo di sorriso sul muso di Squama, prima che questo si tramuti in una nuova smorfia di dolore: Cripto lo aveva attaccato alle spalle, sfruttando il momento di distrazione in cui aveva creato la pianta di fronte a me. Con un ringhio, il drago verde si volta, azzannandogli una zampa con forza, così che quello con un siblio si staccasse da lui. Poi, una volta che questo poggia tutte le zampe a terra, crea altre piante in modo da bloccarlo incatenato al suolo: Felix lo guarda rispettoso, grato del fatto che non abbia fatto troppo male al suo compagno. Tuttavia, non è il momento di perder tempo: difatti, animali che solitamente reputo docili e mansueti sono ancora percepibili attorno a noi, sotto forma di bestie grottescamente feroci. Non si mostrano tutti insieme, nascondendosi tra l'erba troppo alta, ma continuo a percepirne i passi, ed i movimenti in genreale.
Ringhio frustata, alla ricerca di qualcosa che possa fare: ma l'unica tecnica che conosco oltre a quella del corpo a corpo, ovvero la manipolazione del vento insegnatami dalla Guardiana dell'Aria, non può essere utilizzata, perché in quella pianura non soffia che qualche raro alito di vento. Così, dandoci la schiena tra noi, io, Selvaggia, Felix e Squama scrutiamo ognuno da un lato alla ricerca di altri nemici.
Passa pochissimo tempo, che percepisco un agghiacciante cambiamento nell'aria: è piena di odori differenti, sopratutto di erbivori e piccoli predatori...Eppure, non questi se ne stanno dietro alle fronde, abbastanza vicini per esser percepiti ma non abbastanza per attaccare: si limitano a starsene lì, in attesa pure loro...Eppure li percepisco numerosi, incredibilmente numerosi... Guardo verso l'alto, alla ricerca di una via di fuga: ma il cielo è scuro, ingombro delle ombre di miriadi di uccelli che planano ben alti su di noi, impedendoci però la fuga. Siamo in trappola...Eppure, i nemici continuano a non attaccare. Che hanno in mente? Forse una strategia di massa...?
Un movimento di lato attira la mia attenzione: è Cripto, che con uno sbuffo si è alzato nuovamente sulle zampe, non più immobilizzato dalla pianta. Il Grifone ci scruta rabbioso, girandoci intorno, zoppicando appena per la zampa ferita.
-Squama... Cripto è riuscito a liberarsi dalla tua pianta?- chiedo confusa: mi è sembrato che le sue piante fossero forti e vigorose...Come aveva fatto il grifone a districarsi da quegli arbusti invincibili?
-No... Sono stato io a liberarlo- Nel dire quelle parole, Squama mi guarda: sembra molto più sicuro di prima, pur essendo comunque teso.
-E perché mai?- le mie parole sono curiose, ma venate di una certa critica.
Squama distoglie lo sguardo, continuanco a guardarsi intorno.
-Perché ormai non ha più importanza...I Phooka sono venuti a trattare-
Sbarro gli occhi: -A trattare?-
-Sì...A quanto pare, abbiamo fatto qualcosa che li ha fatti arrabbiare parecchio.-
Questo è davvero molto strano, dato che non ho mai incontrato un Phooka in vita mia nè so come son fatti... Com'è possibile nuocere a qualcuno senza nemmeno averlo mai visto di sfuggita?
Mi risquoto nel vedere un animale che si avvicina, senza timore, al nostro gruppo: è un essere dall'aria minuta e delicata, gli occhioni curiosi ed innocenti.
Una capretta color dell'ebano, scattante seppur goffa, si avvicina a noi belando piano. La guardo con un cipiglio sospettoso, tenendo d'occhio Squama: l'attenzione del drago è tutta concentrata sul piccolo animale.
-E' questo il nostro più grande problema? Un ruminante?-
Il drago verde sospira: -Hai sempre il brutto vizio di farti ingannare dalle apparenze, tu... Nemmeno i più stolti si metterebbero contro il tuo caro "ruminante"...-
Proprio in quel mentre, un belato leggermente diverso attrae la mia attenzione: la piccola capra ha incominciato a tremare, sporgendo in avanti il collo con singulti strozzati quasi stesse per vomitare. Eppure, non sembra stia soffrendo: anzi, si direbbe che sorride. Un sorriso crudele, con le labbra arricciate e mostranti i denti, che divengono via via più aguzzi.
E poi, l'essere comincia a mutare: il dorso comincia a farsi più diritto e con sempre meno peli, rivelando un petto muscoloso e quasi roseo; le corna cominciano a farsi più lunghe, come quelle di un camoscio, mentre anche il muso comincia ad ingrandirsi, con tutto il corpo; gli occhi si fanno rossi ed allungati, le pupille ridotte a due fessure come quelle dei serpenti. Le zampe posteriori, pur rimanendo pelose e con gli zoccoli, divengono più piegate, quasi come quelle di un coniglio...
Tuttavia, la parte del corpo che mi stupisce di più sono le zampe anteriori: queste, infatti, pur rimanendo lunghe quasi fino a toccar terra, cominciano a perder peli come il busto, rivelando anch'esse una rosea pelle semiumana, mentre gli zoccoli vanno a mutare, ramificandosi in cinque dita.

Guardo il piccolo capretto che si tramuta in una specie di mostro sotto i miei occhi con un misto di agghiacciante orrore, ringhiante istinto e attonito interesse... In un guizzo, rammento dove già avevo sentito il nome "Phooka", e come mai quell'essere non mi era sembrato tanto nuovo: era una creatura appartenente al Piccolo Popolo, il vasto gruppo di fatine e folletti vari del folklore Irlandese.
Velocemente, faccio una piccola rassegna mentale su ciò che le leggende del mio mondo dicevano riguardo a questi esseri: anche se non posso essere sicura che le dicerie siano vere, la cosa non promette nulla di buono... Infatti, anche se sono esseri reputati non completamente oscuri, ho sentito storie riguardo a come trascorrono il tempo... Una maniera non molto piacevole per coloro con cui questi si dilettano, poco ma sicuro.
Il Phooka squote la testa, squardrandoci con disprezzo ma senza abbandonare quel sadico sorriso.
Squama lo guarda duramente, per poi proferare con un tono a metà tra il ringhiato ed il rispettoso: -E' già difficile che uno di voi si presenti da solo per parlare con un essere al di fuori dei Figli di Spirito... Figurarsi con un tale esercito...-
L'essere sghignazza con una specie di grugnito gutturale. -Oh...I draghi e la loro ironia da quattro soldi. Già...I draghi, i draghi... Un esercito per due draghi non è una cosa tanto assurda, eh? eh?-
Non riesco ad...Inquadrarlo. Parla in modo strano, modulando il tono di voce a scatti e girando la testa da una parte e dall'altra come se stesse parlando a due persone ad i suoi lati... E' agghiacciante, alla stessa maniera di un folle che ti punta un'arma contro: non sai se attaccherà, e non lo puoi capire perché non lo sa nemmeno lui...
SquamaVerde sospira, forse abituato a quel modo di fare assurdo: -Hai ragione... Effettivamente possiamo creare non pochi problemi. Ma... Perché? Abbiamo fatto qualche sgarbo?-
E' incredibile come il suo tono di voce sia cambiato: adesso, usa un tono di voce calmo e pacato, come quello di un adulto che deve placare un bambino...
Il Phooka ringhia, indicandomi con un braccio. -Lei-.
-Lei?!-
-Io?!-
-Sì, te, lei. Ha richiesto l'intervento dei Figli di Spirito... E non ha dato niente in cambio...Niente! Niente! Siano dannate le maniere draconiche! Che scempio, che scempio...- continua a ringhiare l'essere. Intorno a noi, si odono dei ruggiti ben poco rassicuranti degli animali che, in simbiosi con il Phooka, emettono anche loro dei ringhi di guerra.
Guardo Squam con aria di chi ne capisce poco, e lui mi risponde con sguardo severissimo.
-Ah... Non ne sapevo nulla. Puoi attendere un momento, nobile Phooka?- dice con garbo voltandosi verso la mezzacapra.
-Che scempio...Che scempio...- continua a borbottare quello, senza degnare di uno sguardo l'imponente drago verde. Tuttavia, con un balzo molleggiato si allontana sparendo tra l'erba alta.
Lo guardo allontanarsi, e poi torno a fissare Squama: ha uno sguardo severissimo, gelido e ribollente di rabbia al tempo stesso... Tuttavia, in maniera diversa di come lo era stato poco prima quello di Cripto: è più controllato, ma non meno intimidatorio.
Mi volto verso Selvaggia, poi verso Felix: lei ha un'espressione attonita, lui lo stesso sguardo di Squama.
Sbatto la coda, nervosa ed incredula: cosa ho fatto di male per meritarmi quella freddezza?