Friday, May 4, 2007
Vita da Drago#24: Volando
Dopo il primo momento di stupore ed insicurezza, il vento mi trasporta e mi parla: dice che non mi succederà niente fin quando mi troverò con lui, di stare tranquilla.... Voce diversa, voce suadente, voce esotica, voce calda: è il calmo vento del sud che mi parla ora. Sì, è cambiato il vento. E sarà nel vento del sud che la StelladiGhiaccio imparerà a sciogliersi ed a sognare. Sì... Cambio direzione e faccio gonfiare le ali sotto la carezza del caldo vento, vado più in alto, chiudo gli occhi.... Poi lascio penzolare le zampe, che prima tenevo aereodinamiche al corpo: la brezza le sfiora un attimo, come il primo soffio carezzevole che ci sveglia al mattino. Il vento s'attorciglia intorno al lungo collo, gioca con la mia testa, con la mia coda....Poi ritiro le zampe e volo ancora più su, ancora più su, senza sbattere le ali, senza fatica, con... Leggerezza. Il caldo sole mi riscaldano, mi confortano... Apro gli occhi. Sono in alto. Ho un attimo di vertigine, vedendo la mia insegnante così in basso, ma poi il caldo vento mi conforta, mi dice che ce la posso fare, posso scendere, che ce la faremo insieme io e lui... Richiudo gli occhi. Ma no, non ancora, non adesso: prima voglio rimanere in pace, sì, in pace con tutto, con me, senza un ricordo, senza un oscuro pensiero, con il vento, con l'aria, con il sole, con il suono del silenzio... Con la Natura, la forza degli elementi che comanda tutto e rende tutto armonioso, bello, unico. Dopo tanto tempo, nel tempo in cui i soli si coricano lasciando una scia di mille colori caldi ed accoglienti del tramonto che svaniranno nell'oscura notte, riapro gli occhi. Il vento birricchino mi ha portato più in alto, il Drago dell'Aria mio insegnante non si vede più, si è fuso tra le rossastre nubi del tramonto. Devo tornare da lei. L'ora è giunta. Silenzio. Silenzio. Silenzio. Non una voce, non un uccello... Solo silenzio. Silenzio diverso da quello di poco prima: non è una musica. Non è un rumore. E' solo il Nulla. E' il respiro prima del balzo. Vento, l'ora è giunta, non lasciarmi, aiutami. Ed eccolo di ritorno. Bene. Il momento è arrivato. Mi ereggo in tutta la mia altezza, non più planando, rimanendo semplicemente sospesa a mezz'aria e poi...Giù. Giù la testa, il collo, il corpo, la coda. Giù con il muso diretto verso il basso, con le ali aderenti al corpo, con la coda sfrigolante, senza pensare, senza nemmeno contemplare la morte. Giù, in un lampo bianco, in una picchiata da drago. La velocità aumenta, il vento si fà freddo, ecco, adesso vedo la mia nuvola di partenza, vedo la Guardiana che è ancora lì, che mi guarda, che mi guarda giocare e partecipare alla vita nel suo elemento. Ed è felice. Quello, sguardo, quegli occhi d'ambra, così diversi dai miei eppure così simili, nella loro espressività. A pochi metri dalla nuvola apro le ali con uno schiocco, frenando il tutto. Poi giro il mio corpo e volo di traverso in cerchi concentrici, fino a raddrzzarmi ed a toccare terra. Voliamo giù dalla nuvola e ci prepariamo per dormire dopo aver mangiato delle bacche. Non una parola. Ma non sono delusa: a volte il suono non conta nulla. Quelle volte il pensiero è presente, lo si vede e lo si percepisce. Questa è una di quelle volte: pensiero di felicità, soddisfazzione, orgoglio, da parte di entrambe...In più una nota mia: ho finalmente capito il Canto del Vento ed il vero significato del volare. Non male, come prima lezione.
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