Ci impiego poco, ad arrivare nei pressi della radura dove si trovano i due elfi: via acqua è molto più diretto e veloce, soprattutto senza intoppi o rischi d'incontri spiacevoli. Mi guardo distrattamente intorno mentre avanzo, osservando pesci strani che guizzano via al mio passaggio, diretti nell'acqua profonda. Sono animali molto diversi rispetto a quelli del mio mondo: alcuni sono veloci e di forma allungata, dotati di pinne munite di artigli. Altri sono di colori sgargianti, quasi florescenti, che balzano subito all'occhio in un guizzo arcobaleno. Ma quelli che m'incuriosiscono di più sono dei pesci dotati di pelliccia sul corpo, ondeggiante e morbida all'apparenza, quasi fossero palle di pelo con le pinne. Non vedo tuttavia animali o predatori grossi: forse vivono più in profondità, tra le sabbie scure coperte di ciottoli puntuti, ben nascosti ed in agguato... Per prudenza, non mi avvicino al letto del fiume.
Ad un tratto, sento delle voci indistinte sopra la mia testa: mi sembrano Selvaggia e Felix, ma l'acqua confonde i suoni. Faccio uscire appena la testa, quel tanto che basta per guardare nuotando con le zampe in verticale per rimanere dritta: davanti a me, i due elfi sono voltati, così noto distrattamente che le ali di Felix non sono ancora tornate: effettivamente, la Luna è ancora in cielo. I due sono intenti a raccogliare insieme il nettare dei fiori purpurei di prima; SquamaVerde aveva definito i boccioli "Fiori Ramati", ed anche se le piante che i due stanno spremendo dolcemente con le dita per farne uscire il succo non sono del colore giusto, hanno una forma molto simile ad i boccioli che mi ha mostrato il drago: forse sono un'altra varietà, comunque non ho tempo per scoprirlo.
Di colpo, con uno scatto delle ali, emergo dall'acqua con un boato fragoroso, facendo voltare i due di scatto: Felix si è posto d'istinto davanti all'amata, che fà uno scatto stringendosi una sacca colma di fialette al petto: i contenitori sono pieni di nettare, probabilmente verrà usato per intrugli di qualche tipo.
Dopo un istante, giusto il tempo di riconoscermi, e due reazioni differenti, quasi opposte, si possono scorgere sui visi degli elfi: Selvaggia si rilassa, pur essendo imbarazzata, conscia del fatto che conosco la verità. Il viso di Felix, invece, è duro, una maschera di rabbia. -Tu... Non hai il diritto di stare qui!- sibila. Il suo modo di fare, nonché il suo tono, mi innervosiscono parecchio: certo, ha ragione ad essere arrabbiato, ma... Ero lì per proteggerli, diamine!
Così, guardandolo con aria di disapprovazione per un istante, passo all'azione: in un attimo mi fiondo in avanti, muovendo le ali con scatti potenti. Non hanno nemmeno il tempo di essere sorpresi: un attimo e li ho afferrati tra le zampe anteriori, tenendoli stretti per non farli cadere. Un attimo e sono di nuovo in volo, sfiorando l'acqua del fiume con la coda e con le zampe posteriori, sbattendo potente le ali, volando più velocemente possibile verso la Capitale dei Diurni, le squame brillanti alla luce violacea della Terza Luna.
Concentrata, il collo proteso in avanti, quasi non mi accorgo delle imprecazioni di Felix tra i miei artigli, suoni smussati dal vento: li ignoro e basta. Entrambi gli elfi si divincolano provocandomi solletico sotto le zampe, ma resisto ridacchiando continuando a volare. Ad un certo punto, anche Selvaggia comincia a gridare: inizialmente la ignoro, ma alla fine il suo grido s'insinua nella mia mente gradualmente, come fosse una litania: -...re!...are!...IL NETTARE!- Alla fine riesco a comprendere: evidentemente quel liquido vegetale è davvero importante...
Sospirando, allento appena la stretta che racchiude l'elfa, così da permetterle di arrampicarsi per la zampa, e da lì sull'incavo del collo dove solitamente mi cavalca. Da lì, comincia a torturarmi i timpani, continuando a gridare, le mani convulsamente strette al mio collo: -Cosa fai? Perché? Cosa ti prende... RISPONDI!-. Sospiro di nuovo, poi le dico poche parole che la fanno tacere: -Umani. Molto vicini...-. A quel silenzio, mi volto un momento, per guardarla in faccia: gli occhi sono sgranati, distanti, sommersi dai ricordi... Ma dura un attimo. -Aumenta la velocità- dice solo, in un tono secco che non ammette repliche. -Lo farei, ma Felix mi stà torturando la... Ahi!- con un ruggito, spalanco gli artigli che tengono prigioniero l'Elfo del Giorno, facendo cadere qualche goccia di sangue scarlatto nel fiume: il Guardiano ha usato un pugnale per liberarsi. Selvaggia grida, guarda sotto di sè: siamo proprio in mezzo al fiume, distanti da entrambe le rive, in un punto pieno di rapide. Non posso abbassarmi più di così, o le ali sarebbero state travolte dalla forza dell'acqua, per poi farmi perdere l'equilibrio: e anche se ho scoperto di essere una grande nuotratrice, la corrente potrebbe far sbalzare via Selvaggia, e non ho voglia di correre il rischio. Così, osservo l'elfo cadere nell'acqua spumeggiante che lo avvolge, trascinandolo giù; e sento come se il mio cuore fosse trascinato con lui. Non tanto per l'elfo in sè per sè quanto per la cara Selvaggia, che continua a gridare il suo nome, le lacrime negli occhi. Incapace di continuare l'avanzata mi fermo, avvicinandomi ancora di più all'acqua, le punte delle ali bagnate dagli spruzzi del liquido. La testa dell'elfo, una sua mano, ogni tanto escono dall'acqua assassina, ma sempre più di rado. Comincio a rassegnarmi, a carezzare l'idea di trasportare me e Selvaggia lontano, per non permetterle di vedere l'agonia del suo amato...
Intanto, veloce come era iniziata, la Terza Luna scompare in un ultimo guizzo viola: la luce violacea si tramuta in un istante in luce rossastra, mentre l'astro annuale lascia il posto all'alba sorgente. Me ne accorgo solo quando la luce rossiccia arriva al fiume, tramutandolo in un lungo serpente scintillante: ma ormai quei bagliori non sono che dettagli del tutto trascurabili. Improvvisamente dall'acqua delle rapide proviene una luminescenza giallastra, concentrata nel punto in cui abbiamo visto svanire l'ultima volta il volto di Felix. Avvicino la testa per guardarem ma la luce che proviene dall'acqua s'è già spenta. Passa un secondo, due, tre... Poi, fulminea, qualcosa esce dall'acqua aggrappandosi disperata ad una mia zampa posteriore, risalendola lentamente: è Felix, grondante d'acqua e sfinito. Noto che le ali sono tornate sulla sua schiena: probabilmente è solo grazie a loro che s'è salvato. Con un gridolino di gioia, Selvaggia saltella agile per la mia groppa, raggiungendo il suo amato ed aiutandolo a salire. Calde lacrime le rigano il viso mentre lo guarda arrabbiata. -Perché lo hai fatto?! Avresti potuto affogare! Lo sapevi!- gridò tra i singhiozzi. Lui la strinse debolmente. -Non posso permettermi tutta questa confidenza con un drago: l'istinto di vedermi attaccato da una razza nemica ha avuto la meglio... Ma, come vedi, la mia alleanza con i grifoni mi ha salvato la vita. Ora calmati, è tutto finito-. Li osservo teneramente fin quando Felix non mi scocca uno sguardo del tipo "Che hai da guardare?" Così, borbottando qualcosa d'incomprensibile perfino per me stessa, ricomincio a volare velocemente: abbiamo già perso troppo tempo.
Thursday, January 24, 2008
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1 comment:
Che caratteraccio quel felix. ^^
Comunque non vedo l'ora di scoprire che altro accadrà.
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