Monday, January 14, 2008

Alba macchiata di rosso pallido.

Mi risveglio nella radura in cui mi sono assopita, cullata dalle voci lontane e dallo scorrere del fiume vicino. Non ero tornata alla capitale elfica, no: che senso ha fingere felicità per nascondere stupore ad una festa che mi coinvolge ben poco? No, non è mai stato da me, neanche da umana: schiva, una di quelle persone che evvede ed ascolta... Eppure tace.
Mi alzo stiracchiandomi appena, guardando poi il cielo: le tre Lune sono alte nel cielo potenti e quasi minacciose: la notte quel dì è riluttante a giungere al termine...
Ancora semi intorpidita dal sonno, comincio a passeggiare nervosa: la fame mi attanaglia, ma ho voglia di caccia, non di cibo già pronto. Silenziosa, mi addentro sempre più nella foresta, sorprendendomi del senso d'orientamento avanzato: so sempre da dove sono venuta, riconosco i posti dove sono già stata anche da particolari come pietre, corteccie, foglie...
Ad un tratto, sento dei tonfi sordi poco distanti: cervi, oppure cavalli... Comunque qualcosa di commestibile. Più eccitata, mi dirigo veloce da dove provengono i rumori, facendo guizzare la coda che di tanto in tanto sfregia le corteccie dietro di me. Alla fine, mi fermo a qualche metro di distanza da due quadrupedi stesi a terra, placidi. Mi hanno notato, entrambi guardano nella mia direzione, eppure non sembrano agitati. Si trovano all'ombra degli alberi, lasciando sporgere solo le lunghe e candide zampe, dalle quali capisco che sono due cavalli.
Ne fiuto un momento l'odore, come pregustando la preda: sono strani, molto strani. Non hanno un odore spiacevole... Eppure non è odore di cavallo. Di certo, però, mette appetito. Mi avvicino di più ai due equini e vedo che anche loro fanno lo stesso. Ora la luce delle Tre Lune li illumina perfettamente, riesco a scorgerli come fosse giorno: sono dei cavalli bianchi, di taglia piuttosto grande, con entrambi una coda ed una criniera molto folta. I loro occhi, invece, sono languidi e di un blu acceso, quasi elettrico. Rimango un attimo incantata a guardarli, poi una fitta allo stomaco mi ricorda cosa sono quei due cavalli. Così, senza emettere un suono, sin troppo sicura, m'accuccio pronta a balzare su uno di loro. Magari l'altro l'avrei lasciato in vita...
Faccio in tempo solo a pensare questo. Un attimo, ed i due cavalli, intuendo il pericolo, cominciano a mutare, in un'agghiacciante e mostruosa metamorfosi: le loro criniere si fanno più folte, venandosi di riflessi argentati, mentre i loro zoccoli si aprono dal basso come petali di un fiore, rivelando zampe leonine dagli artigli affilati; dalla bocca, intanto, cominciano ad uscire come stallattiti due enormi zanne semiricurve. Sbuffando, i due mostri fanno un passo all'indietro emettendo uno stridio acuto simile ad un ruggito, gli occhi divenuti rossi come braci ardenti. Nella bocca, altre stallattiti e stallagmiti a completare quella grotta infernale, munita di lingua violastra: di certo non sono degli erbivori. I due esseri si guardano tra loro, sbuffando come tori, per poi fluidi scattare ai lati del mio corpo e balzare, attaccando contemporaneamente emettendo stridii. Un attimo spaesata dall'attacco, è solo per istinto che spalanco le ali veloce, con uno schiocco, colpendoli in fronte e scagliandoli ai margini della radura, senza però riuscire a farli cadere: i due si limitano a camminare come tigri intorno a me, pronti a balzare, accerchiandomi in modo da rendere impossibile l'azione di tenerli d'occhio entrambi. Nervosa, con un briciolo di necessaria paura che mi attanaglia le viscere, ringhio anche io, inarcando il collo ed alzando una zampa, pronta all'attacco. Il tempo dell'essere remissivi alle lotte è finito da quando SquamaVerde ha rischiato di finire a fettine per colpa di Felix ed i Grifoni: ora credo di essere pronta alla lotta.
Uno dei due esseri balza con un ringhio alla mia destra, ma riesco a cacciarlo via assestandogli di nuovo un colpo con l'ala. L'altro, intanto, scarta di lato e tenta un attacco da dietro. Provo a colpirlo con la coda, ma lui afferra l'arto e lo morde con forza, riuscendo a penetrare le dure squame con grande facilità. Ringhio di dolore, per poi muovere la coda con un guizzo e schiantando la belva su un albero. L'essere lascia andare la coda e s'accascia a terra.
E' un attimo. L'attimo in cui mi sono distratta per muovere la coda. Quell'unico istante, e l'altro essere mi balza addosso, evitando veloce le punte ed andando direttamente al collo, così rapido che non ho neanche il tempo di sorprendermi. Lì, con un unico movimento, posiziona la testa ed infilza la carne penetrando in profondità. Con orrore, lo sento succhiare il mio sangue come fosse un vampiro. Lo sentivo avido aspirare il mio liquido della vita, rendendomi debole come dopo una trasfusione...Poi, quel dolore stordente, che ti culla e ti prega di addormentarti per sempre, nella voce mielliflua della morte. Ma non mi arrendo, no: con un ringhio più forte, provo a colpire l'essere con i denti, ma è messo in posizione tale che non riesco a colpirlo per colpa del collo troppo lungo: astuto, diabolicamente astuto.
Infine, presa dalla disperazione, decido di ripetere lo stratagemma utilizzato con l'altro maledetto animale, ancora accasciato privo di sensi. Mi alzo in volo rasoterra, boccheggiando per il peso dell'essere ancora ben attaccato, per poi andare a schiantarmi a tutta la velocità possibile contro un albero, prendendo in pieno il tronco in una pioggia di scheggie: l'essere viene colpito in pieno, ma rimane attaccato. Ripeto l'operazione più volte, sempre a distanza minore per la stanchezza, rompendo l'albero con uno schianto, passando ad una seconda pianta. Solo dopo essere passata al terzo albero, la creatura sviene per un ennesimo colpo alla testa, tramutandosi di nuovo in un normale cavallo. Appena i denti si ritraggono ridiventando delle misure di un normale equino, il mio corpo comincia a sentirsi meglio. Respiro con affanno, per calmarmi. Non so quando rimango lì, forse mi assopisco pure... Eppure, quando sento una voce rude e prfononda quasi sussurrata, mi risveglio subito. Mi guardo intorno, e vedo che i due cavalli sono ancora lì, candidi ed innocenti: guardano nella direzione da cui arriva la voce, avvicinandosi e senza degnarmi di uno sguardo, quasi non esistessi. Infine, qualcuno entra nella radura. I cavalli vanno da lui mansueti, vengono carezzati dalle mani pelose, sono tranquilli. Io, invece, trasalisco: il nuovo giunto, pur essendo dotato di armatura, ha il capo scoperto, rivelando il cranio rasato e le orecchie rotonde, senza punta: un umano, un soldato, armato con una spada al fianco. E di certo non è l'unico, perchè d'appertutto nella foresta rieccheggiano passi pesanti e lame sguainate, le sento: gli umani sono giunti nei territori degli Elfi del Giorno. Il Demone Nero ha esteso il suo cancro assetato di potere anche alla Selva dei Grifoni.
L'uomo mi guarda un momento, e tra noi cala un silenzio pesante. Digrigno i denti, abbassando la testa per poterlo guardare meglio, ringhiando ammonitrice. Il mio sguardo è d'odio, il suo è di spavento e curiosità... Mi studia, ma non come si studierebbe un avversario: piuttosto, come un esperto guarderebbe un purosangue selvaggio: valutandolo, vedendolo già domato, sotto il suo potere... Stà vedendo se vale la pena di rischiare una lotta contro di me o fuggire: probabilmente mi crede così stupida da permettergli di sfuggire. O forse abbastanza astuto da aver capito che non avrei vinto un nuovo scontro contro quei demoni di semicavalli. Comunque, uno dei due cavalli pare inquieto: sbuffa guardandomi con odio, probabilmente ha capito la scelta del suo padrone. Così, il soldato decide: dà un colpo all'animale più tranquillo sussurrandogli qualcosa: non riesco a capire ciò che dice, sento solo la parola "rinforsi"... Il resto lo intuisco. Così, spicco un balzo fulminea tentando di fermare il cavallo, ma questo è già partito al galoppo con un guizzo di coda bianca. Non faccio in tempo a fare un altro passo che sono costretta a schivare un fendente laterale: il soldato è salito sull'altro animale, già trasformato in mostro, la spada sguainata. Ringhio di nuovo guardandolo rabbiosa, per poi provare a colpirlo con la zampa artigliata, ma il semiequino schiva veloce, per poi saltare fulmineo, provando ad attaccarmi di lato. Il trucco delle ali non può funzionare, dato che il soldato è munito di spada che potrebbe facilmente lacerare la carne. Così, provo a colpire con la coda l'animale, mirando alle gambe. Tuttavia, essendo la coda per me un elemento nuovo dell'anatomia, non riesco bene a controllare il colpo, così colpisco il semicavallo solo di striscio alle zampe posteriori. L'animale riesce così ad issarsi conficcando gli artigli nella carne, tentando di risalire fino al collo, come aveva fatto prima il suo compare adesso fuggito a chiedere rinforzi. Il soldato, intanto, ghigna fiducioso: è convinto di avermi in pugno, in effetti è così. Frustrata, provo a scrollarmeli di dosso, ma l'unico risultato è quello di far perdere la spada all'umano.
Con tutto quel peso è impossibile pensare di fare un acrobazia in aria per disarcionare i due esseri... Mi guardo disperata intorno, per notare il fiume immenso accanto a me: chissà se i draghi sanno nuotare... E' il momento buono per scoprirlo. Così, correndo impacciata mentre destriero e cavaliere continuano tentano di tenersi alla corazza delle mie squame, comincio a correre verso il fiume poco distante. Un ultimo passo di corsa e spicco il balzo...
Troppo tardi mi accorgo di essere su un'altura, e che l'acqua è a qualche metro sotto di me. Spalancando le ali, riesco a manipolare l'impatto a scapito della velocità, e ben presto l'acqua ci avvolge, tra piccole bolle che salgono disperate in superficie e il freddo del liquido scuro...
Stranamente, in quell'acqua tanto misteriosa, comincio subito a sentirmi a mio agio: come respirassi regolarmente, come se fossi vissuta da sempre in quel fiume, mi muovo con grazia spalancando le ali e richiudendole, in sincronia con il movimento delle zampe. E' molto più naturale che volare, quasi più semplice del parlare...Presto mi accorgo che non ho bisogno d'aria, che l'acqua provvede alla mia vita, che quei vortici fluviali sono come correnti di vento per i Draghi d'Aria: come se avessi vissuto molto tempo con loro, come se c'avessi passato una vita intera...
Mi risquoto: mi stò distraendo dalla mia battaglia. Tuttavia, vedo che l'acqua amica ha già provveduto per me a concludere la lotta: cavallo e cavaliere sono ormai sotto di me, sul letto del fiume, e pian piano stanno spirando soffocati. Distolgo lo sguardo: non sono ancora pronta a compiere omicidi con gli uomini: pur pieni di brutalità, sono comunque stati la mia razza...Sono la mia razza. Così, decido di andare a soccorrere l'uomo, prendendolo per le spalle con gli alrtigli delle zampe anteriori e trascinandolo in superficie con fatica, per il peso dell'armatura. Tuttavia, lascio che il cavallo perda la vita, agonizzando sul letto del fiume, ucciso dal suo stesso peso: lui non è un umano... E' forse questa la causa della crudeltà dell'uomo? L'egoismo? Ci rifletto un attimo, ma poi continuo a risalire. E' questione di salvare o il soldato o nulla: il mezzocavallo è troppo pesante anche da trasportare senza l'umano. Eroico, sacrificare la vita per il proprio compagno... Forse, è proprio quello che avrebbe voluto... Penso dando un'ennesima botta con le zampe per arrivare prima in superficie.
Spunto fuori dall'acqua come una molla, spalancando le ali potente, per poi tornare nella radura da dove ero venuta, lasciando lì l'uomo, entrambi grondanti d'acqua: respira a stento, tossicchiando, ma è vivo. Intanto, sento dei passi, delle grida attorno a me, dei nitriti: gli uomini si stanno avvicinando. Senza guardar oltre il soldato, lascinadolo lì a morte o alla ripresa, mi dirigo verso l'acqua, tuffandomi di nuovo nel fiume scuro. Il liquido mi avvolge carezzandomi, ma non ho tempo d'assaporare quegli attimi magici: comincio a nuotare veloce, diretta verso Selvaggia e Felix: adesso, gli Elfi devono provvedere alle armi, la battaglia è imminente. L'alba sarà macchiata dal sangue di guerra, quel dì.

3 comments:

l.pallad said...

Bene. Direi che è molto interessante. Qui vediamo la protagonista fare riferimento alla sua vita umana, e vediamo anche che si stà assaporando sempre di più i piaceri nell'essere un drago (tra cui appunto quello della caccia). Chissà che altro accadrà dopo. ^^

l.pallad said...

Wow. Interessante. Non vedo l'ora di sapere che cosa sono quei cosi (perché ormai è certo che non sono cavalli). ^^

l.pallad said...

è tutto interessante. Questo praticamente è il primo combattimento che fà la protagonista in questa storia. E vediamo anche qualche creatura del demone nero. Non vedo l'ora di vedere che cosa accadrà nel prossimo capitolo. ^^