Thursday, April 3, 2008

Esecuzione

La stanchezza limita i miei movimenti come fosse piombo: è per questo che arrivo troppo tardi per prendere ancora parte alla battaglia.
La prima cosa che noto è il silenzio: apparte la cascata scrosciante, tutto tace, come fosse avvolto da un velo di impalpabile silenzio...Forse è il peso della battaglia, l'ultimo muto canto d'addio ai morti.
Per seconda cosa, mi giungono molti odori mischiati: fumo, metallo, sangue... Come ultimo particolare, ciliegina di quella torta avvelenata che è la battaglia, vedo tutto con i miei occhi: accanto alla placida riva del fiume nascente dalla cascata vi è un pantano di forme contorte avvolte nel fango, così mischiate tra loro da sembrare quasi una cosa omogenea. E' una vista di tale desolazione e freddezza da spezzare il cuore anche a persone più forti di me...
Veloce, atterro il più possibile vicina al cumolo di sopravvissuti, moribondi e cadaveri: occhi vitrei, arti sporchi o rossi e lamenti uniti ai rantoli sono la cosa che rimane più impressa nella mia mente.
Da una parte, c'è un Narug senza una zampa e con il ventre squarciato: è a terra, ma tutto tremante continua a provare ad alzarsi, in forma di un mite cavallino bianco. Quella incertezza, che fino a poco tempo prima avrei collegato ad un puledrino appena nato che prova ad alzarsi, adesso mi fa solo un'immensa pena. Così, come una mamma dovrebbe aiutare il proprio cucciolo ad alzarsi per donargli la vita, io con una zampata ben assestata decido di donare alla morte di quell'essere: dopo una tale agonia, tanto vale morire...
Voltando la testa, noto degli Elfi a cavallo di grifoni che mi si avvicinano lentamente: sono affranti quanto me, evidentemente non abituati a tutto quello scempio, mentre le loro cavalcature, pur essendo ferite e sfinite, si guardano soddisfatte intorno. Non capisco se sono contente di essere sopravvissute o contente di quello scempio: differenza importante, differenza tra appagamento e sadismo.
-Tutto bene, dragonessa?- Mi dice uno degli Elfi. -Abbattuto il nemico?-
-No- rispondo. -L'umano è morto, il drago impossibilitato a muoversi. E' finita, vero?-
Il Diurno annuisce stancamente. -Sì. Ci sono state un numero relativamente alto di perdite, ma grazie a voi due draghi è andata meglio di quanto potessimo sperare. Il nemico è stato abbattuto-. La notizia mi procura una gioia amara: la mia fazione ha vinto, ma dopotutto non sono una dragonessa vera, io, ma un'umana...
D'un tratto, come se mi fossi risvegliata da un sonno d'egoismo, mi ricordo dei miei amici. -Come stà Felix? E Selvaggia? E Squama? Sono sopravvissuti, vero?-
Uno scintillio di vitalità balena per un attimo negli occhi del soldato. -Sì. Gli umani che sono passati direttamente alla città erano di meno rispetto a qui. Hanno spedito i tuoi amici a questo lato della battaglia: sono tutti sopravvissuti, niente ferite gravi. Quel drago ha una vitalità incredibile...-
Orgogliosa e più tranquilla, arrischio a fare un'altra domanda. -E...Marok, è sopravvissuto?-
La faccia dell'Elfo si fa più seria. -Lui sì. Ma...Shine non ce l'ha fatta. E' stato colpito da una palla di fuoco del drago avversario...Fortuna che in quel momento erano separati...-
Un tuffo al cuore, mentre ricordo la tranquilla immaginetta dell'elfo seduto accanto al grifone. Immagino il dolore...Posso solo immaginarlo. Nient'altro.
L'elfo sospira. -Adesso dobbiamo occuparci del drago. Dove hai detto che è?- dice, con aria neutra che non mi lascia capire la sorte della malcapitata creatura.
-E' un po' più avanti, in una radura sulla destra...La si riconosce anche dal fiume perché è circondata da alberi caduti.
Senza fare domande, l'elfo annuisce. -Molto bene. Per tua informazione, Selvaggia, Felix ed il drago sono da quella parte- dice, indicando con la testa l'altro lato della cascata. Senza spettare altro e appena borbottando un ringraziamento, spicco il volo dirigendomi verso il luogo che mi ha indicato l'elfo.

Stanno bene, meglio di quanto potessi sperare: certo, molte delle ferite di Squama si sono riaperte, mentre Felix ha un brutto sfregio su un'ala. Cripto si lecca una zampa, mentre Selvaggia zoppica leggermente mentre mi raggiunge sulla sponda del fiume, gli occhi scintillanti. E' vestita da battaglia, con un'armatura maschile con su inciso un leone ed un'aquila sul petto che non le dona affatto. -Stella! Stella!- grida, gli occhi colmi di lacrime che vengono prontamente ricacciate indietro. Atterro leggera, avvicinandomi a loro mentre respiro affannosa. Mi accorgo improvvisamente, quasi tutti gli eventi me l'avessero fatto dimenticare, che la ferita sul collo si è riaperta e sanguina dolorosamente. Ignorandola, mi dirigo verso i miei amici.
-Vi vedo apposto...Più o meno- dico sollevata, abbassando la testa per poter guardare negli occhi Selvaggia. -Era un drago enorme...L'ho visto! Sicuramente un avversario formidabile!...-
-Enorme...Tsk...Era di stazza normale...Però sicuramente era stato ben addestrato: un osso duro perfino per la nostra Discepola-. Squama si avvicina a me incespicando. Lo guardo sbuffando una nuvoletta di fumo. -Potresti almeno fingere di essere felice che io me la sia cavata- dico ironica. Lui mi guarda glaciale, per poi scimmiottare le mie parole parlando in falsetto: -Oh! Come sono felice, felice, felice!- esclama, mandandomi in bestia. Tuttavia, mi calmo quando Felix si avvicina. -Basta con le ciance. Allora, come hai fatto a sconfiggere il famigerato bestione?- chiede distaccato. Dal tono di voce, sembra quasi che sia stata Selvaggia a convincerlo a porre la domanda. Effettivamente, l'Elfa lo fulmina con lo sguardo.
Non ho voglia di divulgarmi troppo nelle spiegazioni, così, dico solo: -Ho utilizzato il potere insegnatomi da Bijuck per creare un tornado e liberarlo dal collare. L'umano era già morto prima, caduto nel lago. Ho lasciato il drago privo di sensi e sono volata direttamente qui...-
Il silenzio glaciale che accoglie questa mia ultima affermazione mi lascia interdetta. -Che succede?- chiedo titubante.
Selvaggia, occhi sgranati, si riprende balzandomi direttamente in groppa. -Ma che?!...-
-Portaci da lui! Ti prego, Stella, corri!-
Il tono di voce critico mi comunica che la situazione è seria per l'Elfa, anche se non ne capisco il motivo.
Felix guarda la giovane dai capelli neri: -E' inutile, Selvaggia. E' troppo tardi ormai-. Il suo tono di voce è un po' rassegnato, un po' orgoglioso.
E' forse questo tono che mi convince più di tutto: con un balzo, spicco il volo seguita da Squama e da Cripto con in dorso un annoiato Felix.
Selvaggia ha gli occhi sgranati, e continua a darmi piccoli calcetti con i talloni: -Più svelta, più svelta! Potremmo arrivare in tempo...-
Pur sapendo che la situazione è critica, non posso fare a meno di porre la domanda: -Ma che stà succedendo?!- sbuffo irritata, infastidita per l'ennesima volta della mia ignoranza riguardo alle usanze di quel mondo.
Mi risponde Felix, affiancandomisi accanto con Cripto: -Riguarda il drago che hai lasciato svenuto. Fosse morto in battaglia, Selvaggia non si sarebbe agitata tanto. Ma dato che è vivo...I generali degli Elfi del Giorno, non avranno pietà. Ha ucciso Shine con le sue palle di fuoco, e non solo lui: verrà giustiziato non appena i generali saranno d'accordo nel verdetto riguardante la vita della creatura...E quindi, subito. Perché ha infranto un patto antico quanto quello che non abbiamo stipulato con i grifoni: ha ucciso uno dei nostri animali simbolo, oltre che ha qualche Elfo. Merita di morire per questo-.
Il discorso mi colpisce per vari fattori: anzitutto, avevo dato per scontato che il drago sarebbe stato risparmiato, dato che non era in sè; magari, ci avrebbe potuto accompagnare nel nostro viaggio...
E poi... E' il tono di voce di Felix: orgoglioso, seppur denso di rammarico. Capisco che da una parte è fiero delle usanze della sua razza, mentre dall'altra ne è disgustato. Il "Merita di morire" da lui pronunciato non è detto con piacere, ma con risentimento. Così, forse davvero gli piacciono i draghi?
Squotendo la testa, aumentando ancora la velocità, fin quando non arrivo al punto da cui sono partita per andare a trovare i miei amici: lo riconosco subito, anche perchè è ghermito di una folla di curiosi Elfi del Girono che vogliono assistere all'esecuzione. Annunciandomi con un ruggito per fare un po' di spazio, tra la folla, atterro pesantemente vicino alla riva.
Non appena le mie zampe sfiorano il suolo, Selvaggia salta dalla mia groppa per dirigersi direttamente dal drago. Viene tuttaiva fermata da alcuni soldati, che le puntano contro le lance.
-Non puoi passare- intima uno di loro. -L'esecuzione deve ancora essere svolta-.
L'elfa è disperata: lo si vede quando, per un istante, volta la testa indietro. Ma poi, presa da una nuova disperazione, scansa via in malo modo uno dei soldati, per raggiungere il rettile sveglio ma intontito a terra. Non compie nemmeno due passi che Felix, così veloce da sembrare solo un guizzo di piume, la ferma prendendola per i polsi e trascinandola indietro.
Gli Elfi la guardano con odio, mentre si dimena tra le braccia del suo amato. -Non potete!- grida. -Non era in sè! Non era in sè!-
Uno dei soldati, gentilmente, la aiuta a farla tornare indietro con Felix, e lei non può fare altro che calmarsi ed osservare tremante la scena. Mi guarda con occhi imploranti, ed io guardo Squama, ben più saggio di me in queste questioni: lui squote la testa con aria rassegnata, così non posso far altro che limitarmi a stare tranquilla ed a guardare la scena anche io, un senso di impotenza che mi attanaglia le viscere.
Cinque soldati si avvicinano al rettile immenso, che non ha la forza nè la prontezza di fare nulla: contemporaneamente, gli elfi alati conficcano fulminei le proprie armi negli arti degli animali, trafiggendo zampe e coda per immobilizzarle al suolo. Il drago ruggisce di dolore, mentre il suo sangue spruzza da tutte le parti. Altri due Diurni coraggiosi gli si avvicinano e gli fanno passare una pesante catena al di sopra del collo, così che il povero essere è incapacitato a muovere pure quello. Il dolore lo acceca, e l'essere si dibatte ancora mentre la catena viene fissata ai due lati del corpo del drago, che adesso non può fare altro che strisciare i propri arti sul terreno, così che gli oggetti che lo immobilizzano penitrino ancora di più nella carne.
Gli Elfi guardano in silenzio, impassibili, mentre i Grifoni sibilano con frustrazione.
Un Elfo corazzato alza una mano, come a richiamare qualcuno: -Adesso, vieni qui, Marok: tu simboleggi tutte le perdite che questo essere ha inflitto alla nostra razza. E' giunto il momento di riscattare la tua vendetta-.
Dalla folla l'Elfo si avvicina lentamente verso un elfo che gli porge una spada, lo sguardo spento e le ali flosciamente ripiegate: il cambiamento nello spirito è evidente quanto lo sarebbe una cicatrice in volto. Alzando la testa, l'Elfo prende la spada, per poi lanciarla, facendola conficcare in un albero sopra il drago con un movimento secco accompagnato da un battito d'ali che lo fa salire in aria. Tutti gli elfi lo guardano, inorriditi ed atterriti. -Ammazzare quel drago non mi ridarà il mio Shine- risponde l'elfo con voce roca. -Basta abomini: mi rifiuto-. Così dicendo, vola via.
Vorrei seguirlo, ma so che sarebbe sbagliato: il mio posto è qui, adesso.
L'Elfo che ha pronunciato il piccolo discorso scrolla le spalle con aria comprensiva. -Molto bene. Vorrà dire che sarò io stesso ad inferire il colpo-.
Così, prendendo una spada che gli è stata porta da un soldato, si avvicina alla testa del drago. Il rettile spalanca gli occhi, così che anche io li posso vedere bene per la prima volta: ha delle iridi bellissime, di un colore quasi madreperlato, non più sporcate da patine di incantesimi. Riesce ad aprire appene la bocca, mentre il panico si disegna in quei laghetti perlacei, rovinandoli. -No...Per favore...Vi prego...NO!-
Quell'ultima negazione, potente come un ruggito, rieccheggia nell'aria densa di panico, prima che la spada dell'Elfo affondi nella gola dell'essere, tagliandoli la vena della vita. Poi, l'elfo si volta, parlando: -E' finito: il nemico è morente a terra. La vendetta è stata attuata. Adesso andiamo, fratelli: c'è una città da ricorstuire...E cadaveri da cremare-. Così, si alza in volo, seguito dal resto della folla con una velocità incredibilie, in un turbinio di piume multicolore.
Rimaniamo solo io, Squama, Selvaggia, Felix e Cripto. L'Elfo del Giorno lascia andare lentamente la Notturna, che si precipita dal drago, carezzandone le squame intrise di sangue.
Il maestoso essere respira a fatica, ed ad ogni rantolo il sangue esce dal suo collo come una fontana nauseabonda, mischiandosi alle lacrime dell'Elfa. Mi avvicino anche io, soffrendo per il suo dolore, guardando Squama con occhi pietosi: anche lui è distrutto, gli fa male non aver potuto fare nulla.
Il drago viola tossisce sputacchiando, per poi parlare con voce smorta: -E' il mio destino...Dopo tutto quello che ho fatto. Ma almeno...Almeno posso dire di aver combattuto contro la Discepola...Colei che porterà a termine il massacro che stà avvenendo.- Gli manca la voce, deglutisce tentando di tirar su la testa. -Comunque...Sappiate a cosa state andando incontro: quell'essere...Quel demone tiranno degli...umani...Non può essere normale. E' troppo...Troppo potente. Io...Non vorrei essere in voi; sono contento di morire ora. E' troppo...Troppo potente...- ripete di nuovo, mentre ci guarda senza vederci. E' a questo punto che Squama, con un ruggito rabbioso che fa allontanare Selvaggia dal corpo del drago viola, con fulmineo ed implacabile movimento di collo affonda i denti nel punto in cui la spada ha trapassato il collo, allargando il buco fin quando il drago non spira malamente. Lo guardo inorridita mentre si lecca il suo sangue per ripulirsi la faccia. -Non era più in sè; stava delirando. Molto meglio farlo finire così- spiega; ma si capisce che, in fondo, sa che probabilmente quell'essere ha ragione.
Così, mesti e pesti, decidiamo di tornare nella Capitale, per riuscire a guarire da ogni tipo di ferite: corporee, psicologiche...Dopo tutto, non c'è differenza di dolore.

1 comment:

l.pallad said...

poverino quel drago viola. Ma devo dire però che è stato veramente interessante la parte in cui li mette in guardia sul demone nero. Questo lo rende un cattivo molto interessante. Non vedo l'ora di sapere cosa accade dopo ^^