Le parole di Felix non sono menzoniere: difatti, dopo poco lo vediamo riapparire, seguito da una voluminosa signora dalle ali argentate ed un ragazzino dimostrante dieci anni. Tutti e tre si posano con leggerezza accanto a noi. La donna ha un'espressione del tutto contrariata. Il bimbo invece ci guarda con occhi ridicolmente grandi. Entrambi portano due pesanti bisacce. Felix, impassibile, ce li presenta: -La Guaritrice, Winfel ed il suo aiutante, Minik. Saranno loro i vostri curatori. Siate gentili e disposti ad esser curati...Perché loro saranno cordiali con voi.- L'ultima frase sembrava più un ammonimento alla donna che una vera e propria affermazione. Detto questo, comunque, il guardiano spicca il volo allontanandosi. La donna sbuffa, poi comincia a visitare Squama, che scruta con disprezzo la donna. Ella intanto, palpa delicatamente le ferite del drago, soffermandosi soprattutto su quelle procuratogli da Felix. -Il buon vecchio Guardiano c'è andato pesante- commenta alla fine della visita. Squama ringhia appena, ammonitore. Winfel lo guarda burbera. -Fa solo il suo mestiere...- commenta pacificamente Minik, che intanto si è messo ad impastare uno strano intruglio a base di erbe a me ignote. Quando si accorge che lo stò guardando, mi sorride timido.
Sorriso che viene troncato dalla Guaritrice, che brusca gli strappa la ciotola dalle mani. Il ragazzino scrolla le piccole ali brune prima di prendere un'altra scodella per poi ricominciare da capo l'impasto medicinale. Winfel comincia ad applicare l'impasto sulle ferite di Squama, che digrigna i denti dal dolore. Tuttavia soffre in silenzio. Infine, l'elfa gli applica il medesimo impasto sulle ferite alle ali, dicendo poi: -Con te ho finito. Fai il meno movimento possibile nei prossimi tre giorni e tornerai a saltellare e volare come un pupo. Ora passiamo alla femmina-. Mi inchioda con lo sguardo e comincia a ripetere i medesimi controlli che ha attuato su Squama. Alla fine, ghignando, batte una mano su una mia poderosa zampa. -Tu te la sei cavata meglio del tuo compare- dice allegramente -Tuttavia, ti ho vista piùttosto rigida nei movimenti. E' la prima volta che ti scontri con dei grifoni?-
-Sì-
-Allora questo spiega tutto. Il veleno del loro becco è solitamente più potente quando non è mai provato. Tu potrai tornare a muoverti tra qualche ora. Minik?-
Il ragazzo alza la testa. -Sì?-
-Occupati tu della sua medicazione. Non è difficile... Dovresti riuscirci. Io intanto vado.-
Il bambino s'irrigdisce. Fa per obbiettare, ma l'elfa ha già spiccato il volo. Alla fine mi guarda, occhi sbarrati dalla paura.
-Non preoccuparti- faccio io, ironica. -Non ti mangio mica-.
Minik non sembra molto convinto, tuttavia s'avvicina piano e comincia a spalmarmi con mano tremante l'intruglio fresco sulle ferite. La sua mano diviene sempre più decisa mano a mano che procede.
Io intanto guardo addolorata Squama: si vede che rimanere fermo gli pesa, e non poco. Infine, lui sbuffa. -Che hai da guardare?- dice brusco. Mi riscuoto, abbassando il collo per facilitare il lavoro di Minik, svolazzante intorno alla mia testa. -Niente... Solo una domanda- dico, appigliandomi alla prima cosa che mi viene in mente.
Lui finalmente sorride. -Cosa, di grazia?- dice ironico. Io continuo. -Felix ha parlato di Terza Luna. Cos'è esattamente?-
Il drago fà per rispondere, ma viene interrotto dal Minik, finalmente placatosi dal suo svolazzamento. Con un balzo mi è davanti, gli occhi leggermente vaqui, come sommersi dai ricordi. -Narra una leggenda che una Terza Luna sia sorta nel girono della scissione delle razze elfiche, per aiutare le due nuove e ancor deboli razze nel simultaneo e potente incantesimo attuato per legarsi alla creatura stabilita. La Luna fu alta nel cielo per due giorni e due notti, prima di svanire completamente. Nessuno studioso sa spiegarsi come sia sorta, nè che fine abbia fatto... Si sa solo che una volta l'anno, il giorno celebrato come la Divisione Elfica, la Terza Luna risorge, donando nuova speranza al popolo elfico, sia Diurno che Notturno. Alla vigilia e per la durata di quest'evento, che regni la pace fra le quattro razze. Ed, in sengo di rispetto, che tutti gli Elfi del Giorno perdano le ali durante la Sacra Notte. Inoltre, non appena la luce della Luna li sfiora, i Fiori Purpurei sbocciano, dando la possibilità con il loro nettare di creare svariate pozioni, più o meno utili. Questo è quanto và saputo, questo è quanto va rammentato. Comunque ho finito- aggiunge sorridendo. Mi sfiora il muso con una mano per poi spiccare allegramente il volo, lasciandoci entrambi ammutoliti.
Sunday, October 28, 2007
Monday, October 22, 2007
Volo sincronizzato
Impiegiamo quasi un'0ra di volo serrato per arrivare alla suddetta capitale. Non so perché, ma ho la sensazione che Felix abbia allungato di parecchio il tragitto: forse per non farci localizzare con facilità il luogo della capitale... O forse solo per tormentare il povero Squama, per cui ogni battito d'ala è una tremenda tortura.
Quando atterriamo, Felix smonta da Cripto e si dirige a passo veloce verso un presunto burrone, seguito da Selvaggia e Swift. Anche io mi avvio a passo svelto, spezzandomi il cuore alla vista dell'orgoglioso SquamaVerde zoppicante ed affaticato solo per compirere quattro passi. Quando raggiungo l'altura, rimango senza fiato: sotto di noi, arroccata in un burrone, si presenta una gigantesca città, situata su un impetuoso fiume culminante in una gigantesca cascata. Sbuffi d'acqua vaporosa risalgono da essa, offuscando i contorni delle belle case dorate o rossicce, situate su giganteschi alberi, sulla roccia viva o proprio sopra il fiume; altre sono invece situate in luoghi inaccessibili a creature non dotate di ali. Ovunque, in un turbinio confuso, si vedono uomini, donne e grifoni svolazzanti da tutte le parti.
Felix mi fa riscuotere, proferando con voce densa d'orgoglio ed aprendo le braccia come fossero ali: -Benvenuti a Menikin. Se possiamo procedere...- Un sorrisetto affiora sul bel viso dell'elfo che, dopo aver preso un bel respiro per lasciarsi cadere in avanti, ben diritto come un fuso. Un altro respiro, ben udibile anche a distanza, mentre precipita per metri, braccia ora situate a lancia sopra la testa, come un tuffatore. Venticinque metri, quattro, tre... Venti... Ormai ha raggiuntoi tetti delle prime case, quando decide finalmente di riaprire le ali con uno schiocco secco, sbattendole una, due volte, prima di prendere una corrente d'aria che lo porta in alto, fino a trovarsi nuovamente alla nostra altezza... Guarda Selvaggia, inclina la testa di lato prima di ricadere all'indietro rovesciandosi di testa, le ali coprenti il corpo ed il viso, in una nuova discesa in picchiata... Stavolta però aspetta solo cinque metri prima di spalancare di nuovo le ali bianche per riprendere nuovamente quota. Cripto pare sorridere mentre osserva l'elfo nelle sue acrobazie: si accuccia un secondo, un movimento della coda simile ad una frusta e poi anche lui è in aria, le piume del viso sferzate dal vento... Selvaggia si riscuote, e con un semplice -Andiamo- che ormai credo tipico degli elfi rimonta su Swit e raggiunge i due. Io e Squama ci guardiamo un secondo. -Possiamo essere da meno di Felix?- domando io ghignando.
-Assolutamente no- risponde lui, apparentemente serio. Annuiamo un secondo, poi ci buttiamo simultaneamente, flessuosi e leggeri come l'aria. Forse perché accoumunati dalla razza, forse per qualche altro motivo... Ma le acrobazie doppie riusciescono: le ali aderenti alla schiena, pilotando la caduta semplicemente con la coda, ci avvitammo per più volte su noi stessi, per poi allontanarci e spalancare le ali con un simultaneo e familiare schiocco secco. Ci libriamo poi verso l'alto, eseguendo poi un simultaneo avvitamento in aria dopo il quale ci lasciamo cadere poi, testa verso il basso ed ali aperte sulle zampe, sempre più giù, sempre più giù...-Tre...- sussurra Squama, ghignante.
Ghigno anch'io. -Due...-
-Uno...-
Un istante dopo, le nostre ali sono aperte sfiorando appena la superficie chiara dell'acqua per farci risalire subito verso l'alto. Guardo felice Squama. Il mio sorriso scompare nell'istante in cui vedo il suo muso: è affaticato, stanco... -Squama... Atterriamo, è meglio-. Lui si riscuote un attimo. -Meglio...- sussurra solo, prima di atterrare pesantemente sulla riva consunta del fiume. Lo seguo, ripiegando per bene le ali, in modo da fargli più spazio.
In poco tempo, un folto gruppo di Elfi del Giorno ci circondano. Di certo non sono contenti di vederci: gli adulti ci guardano con odio e diffidenza; i bimbi invece si tengono alle sottane delle madri. Un elfo dei più giovani, spavaldamente, prende un sasso dalla riva, giocherellandoci appena. Poi, con uno scatto del braccio, lo lancia a grande velocità verso il mio muso. Il ciottolo serpeggia, ma non raggiunge il bersaglio: viene fermato dalla mano di Felix, che lo prende al volo. In quel momento cavalca Cripto, che aggiunge alla sua immagine un tocco di regalità. Il Guardiano guarda sprezzante l'elfo. -Tieni le mani al tuo posto- dice solo. L'altro stringe i pugni ma non ribatte.
Tuttavia, la situazione raggiunge il culmine quando giunge Selvaggia, in groppa a Swift. Un mormorio di disapprovazione si leva dalla folla. -E lei che ci fà qui?-
-Abbiamo già abbastanza rogne con i draghi...-
-Doveva rimanere dove viveva...-
-Che ci fanno questi? La loro guerra non ci riguarda...-
Sono solo alcune delle frasi che vengono mormorate, mentre altre si mischiano fra loro nel serpeggiare di parole della folla.
Cripto fa schioccare il becco prima di emettere un sibilio. Tutti s'ammutoniscono.
-Sono ospiti- comincia Felix -Trattateli come si deve. Il maschio è ferito alle zampe e non può camminare. La femmina ha ritrovato il cucciolo di Cripto. E Selvaggia...- Qui s'ammutinisce. L'elfo che prima ha provato a lanciarmi la pietra ghigna. -E perché dovremmo ospitarli? Cosa c'importa? Sono fatti loro. Ringrazia la dragonessa per il tuo caro cuccioletto, ma la cosa può finire lì. Oppure lo fai solo per...-
-Taci!- ringhia infuriato Felix. -Come osi? Pensi davvero che si possa negare l'ospitalità di un Notturno e due draghi alla vigilia della Terza Luna? O vuoi disonorare il tuo stesso popolo solo per futili problemi personali? Vuoi davvero andare contro la volontà del Re?-.
Un nuovo mormorio della folla, stavolta compiaciuto. L'elfo giovane s'arrende, chinando la testa e facendo un passo indietro. Felix stringe i pugni un momento, fà un sospiro per poi, finalmente, rilassarsi scendendo da Cripto. Scruta la folla, attento. Poi con un nuovo sorriso, fà un cenno con la mano. -Andate- dice -Non c'è più niente da vedere-. Riluttanti, tutti se ne vanno, un po' per volta. Solo quando anche l'ultimo bimbo è volato via, l'Elfo s'avvicina a Selvaggia. -Avrei dovuto farti vedere- le sussurra, -Non è stato prudente procurarti solo i vestiti...-
L'elfa scrolla le spalle. -Ormai è fatta. Il Re mi ha accolto. Meglio di così...- dice sorridendo. Poi, spronando Swift, s'allontana seguita da Cripto.
-Aspettate qui- ci dice Felix, tono più dolce. -Presto giungeranno dei guaritori...-
-E chi si muove...- sbuffa Squama, ironico. Ma Felix ha già spiccato il volo, seguendo Selvaggia. Lasciandoci nuovamente soli. Ed in pace.
Quando atterriamo, Felix smonta da Cripto e si dirige a passo veloce verso un presunto burrone, seguito da Selvaggia e Swift. Anche io mi avvio a passo svelto, spezzandomi il cuore alla vista dell'orgoglioso SquamaVerde zoppicante ed affaticato solo per compirere quattro passi. Quando raggiungo l'altura, rimango senza fiato: sotto di noi, arroccata in un burrone, si presenta una gigantesca città, situata su un impetuoso fiume culminante in una gigantesca cascata. Sbuffi d'acqua vaporosa risalgono da essa, offuscando i contorni delle belle case dorate o rossicce, situate su giganteschi alberi, sulla roccia viva o proprio sopra il fiume; altre sono invece situate in luoghi inaccessibili a creature non dotate di ali. Ovunque, in un turbinio confuso, si vedono uomini, donne e grifoni svolazzanti da tutte le parti.
Felix mi fa riscuotere, proferando con voce densa d'orgoglio ed aprendo le braccia come fossero ali: -Benvenuti a Menikin. Se possiamo procedere...- Un sorrisetto affiora sul bel viso dell'elfo che, dopo aver preso un bel respiro per lasciarsi cadere in avanti, ben diritto come un fuso. Un altro respiro, ben udibile anche a distanza, mentre precipita per metri, braccia ora situate a lancia sopra la testa, come un tuffatore. Venticinque metri, quattro, tre... Venti... Ormai ha raggiuntoi tetti delle prime case, quando decide finalmente di riaprire le ali con uno schiocco secco, sbattendole una, due volte, prima di prendere una corrente d'aria che lo porta in alto, fino a trovarsi nuovamente alla nostra altezza... Guarda Selvaggia, inclina la testa di lato prima di ricadere all'indietro rovesciandosi di testa, le ali coprenti il corpo ed il viso, in una nuova discesa in picchiata... Stavolta però aspetta solo cinque metri prima di spalancare di nuovo le ali bianche per riprendere nuovamente quota. Cripto pare sorridere mentre osserva l'elfo nelle sue acrobazie: si accuccia un secondo, un movimento della coda simile ad una frusta e poi anche lui è in aria, le piume del viso sferzate dal vento... Selvaggia si riscuote, e con un semplice -Andiamo- che ormai credo tipico degli elfi rimonta su Swit e raggiunge i due. Io e Squama ci guardiamo un secondo. -Possiamo essere da meno di Felix?- domando io ghignando.
-Assolutamente no- risponde lui, apparentemente serio. Annuiamo un secondo, poi ci buttiamo simultaneamente, flessuosi e leggeri come l'aria. Forse perché accoumunati dalla razza, forse per qualche altro motivo... Ma le acrobazie doppie riusciescono: le ali aderenti alla schiena, pilotando la caduta semplicemente con la coda, ci avvitammo per più volte su noi stessi, per poi allontanarci e spalancare le ali con un simultaneo e familiare schiocco secco. Ci libriamo poi verso l'alto, eseguendo poi un simultaneo avvitamento in aria dopo il quale ci lasciamo cadere poi, testa verso il basso ed ali aperte sulle zampe, sempre più giù, sempre più giù...-Tre...- sussurra Squama, ghignante.
Ghigno anch'io. -Due...-
-Uno...-
Un istante dopo, le nostre ali sono aperte sfiorando appena la superficie chiara dell'acqua per farci risalire subito verso l'alto. Guardo felice Squama. Il mio sorriso scompare nell'istante in cui vedo il suo muso: è affaticato, stanco... -Squama... Atterriamo, è meglio-. Lui si riscuote un attimo. -Meglio...- sussurra solo, prima di atterrare pesantemente sulla riva consunta del fiume. Lo seguo, ripiegando per bene le ali, in modo da fargli più spazio.
In poco tempo, un folto gruppo di Elfi del Giorno ci circondano. Di certo non sono contenti di vederci: gli adulti ci guardano con odio e diffidenza; i bimbi invece si tengono alle sottane delle madri. Un elfo dei più giovani, spavaldamente, prende un sasso dalla riva, giocherellandoci appena. Poi, con uno scatto del braccio, lo lancia a grande velocità verso il mio muso. Il ciottolo serpeggia, ma non raggiunge il bersaglio: viene fermato dalla mano di Felix, che lo prende al volo. In quel momento cavalca Cripto, che aggiunge alla sua immagine un tocco di regalità. Il Guardiano guarda sprezzante l'elfo. -Tieni le mani al tuo posto- dice solo. L'altro stringe i pugni ma non ribatte.
Tuttavia, la situazione raggiunge il culmine quando giunge Selvaggia, in groppa a Swift. Un mormorio di disapprovazione si leva dalla folla. -E lei che ci fà qui?-
-Abbiamo già abbastanza rogne con i draghi...-
-Doveva rimanere dove viveva...-
-Che ci fanno questi? La loro guerra non ci riguarda...-
Sono solo alcune delle frasi che vengono mormorate, mentre altre si mischiano fra loro nel serpeggiare di parole della folla.
Cripto fa schioccare il becco prima di emettere un sibilio. Tutti s'ammutoniscono.
-Sono ospiti- comincia Felix -Trattateli come si deve. Il maschio è ferito alle zampe e non può camminare. La femmina ha ritrovato il cucciolo di Cripto. E Selvaggia...- Qui s'ammutinisce. L'elfo che prima ha provato a lanciarmi la pietra ghigna. -E perché dovremmo ospitarli? Cosa c'importa? Sono fatti loro. Ringrazia la dragonessa per il tuo caro cuccioletto, ma la cosa può finire lì. Oppure lo fai solo per...-
-Taci!- ringhia infuriato Felix. -Come osi? Pensi davvero che si possa negare l'ospitalità di un Notturno e due draghi alla vigilia della Terza Luna? O vuoi disonorare il tuo stesso popolo solo per futili problemi personali? Vuoi davvero andare contro la volontà del Re?-.
Un nuovo mormorio della folla, stavolta compiaciuto. L'elfo giovane s'arrende, chinando la testa e facendo un passo indietro. Felix stringe i pugni un momento, fà un sospiro per poi, finalmente, rilassarsi scendendo da Cripto. Scruta la folla, attento. Poi con un nuovo sorriso, fà un cenno con la mano. -Andate- dice -Non c'è più niente da vedere-. Riluttanti, tutti se ne vanno, un po' per volta. Solo quando anche l'ultimo bimbo è volato via, l'Elfo s'avvicina a Selvaggia. -Avrei dovuto farti vedere- le sussurra, -Non è stato prudente procurarti solo i vestiti...-
L'elfa scrolla le spalle. -Ormai è fatta. Il Re mi ha accolto. Meglio di così...- dice sorridendo. Poi, spronando Swift, s'allontana seguita da Cripto.
-Aspettate qui- ci dice Felix, tono più dolce. -Presto giungeranno dei guaritori...-
-E chi si muove...- sbuffa Squama, ironico. Ma Felix ha già spiccato il volo, seguendo Selvaggia. Lasciandoci nuovamente soli. Ed in pace.
Tuesday, October 16, 2007
Elfi e sottorazze...
Mi mostro abbastanza sorpresa, anche se gli sono davvero grata per quelle parole. Inclino la testa da un lato. -Allora mi darai una mano a capire questo strano mondo?- chiedo, terribbilmente seria. Lui sghignazza. La cosa mi irrita leggermente. -Cosa c'è?- chiedo. -"Una mano!"- riesce a dirmi mentre sghignazza. Lo guardo truce. -Aiutami e basta, Squama- dico bruscamente. Lui si riprende. -Dunque... Che vuoi sapere?-
-Qualcosa sui grifoni e sulla razza degli elfi...- rispondo pronta. Lui sospira prima di iniziare. -Cominciamo con il carattereristiche generali degli elfi: come avrai potuto notare, sono agili, con buoni riflessi e parzialmente veloci. Prima erano una razza unitaria, ma poi hanno incominciato ad esserci delle questioni per quanto riguarda la creatura simbolo della razza. Può sembrare un futile motivo, ma per loro -e per la razza scelta- è molto importante: infatti, le due diventano alleate ed assumono delle caratteristiche comuni. Compreso tutto fin qui?-. Annuisco. Lui mi osserva un attimo per poi proseguire. -Dato che la questione non riusciva ad avere uno sbocco, le due fazioni elfiche si sono divise, formando così le due razze attuali: quella degli Elfi della Notte, a cui appartiene Selvaggia, e quella degli Elfi del Giorno, a cui appartiene Felix. La prima scelse come creatura i draghi, da sempre simbolo di forza e coraggio mista ad astuzia ed intelligenza. L'altra invece scelse come creatura i grifoni, simbolo di eleganza e libertà. Così, le due razze hanno ereditato delle varie caratteristiche: gli Elfi del Giorno hanno ereditato dai grifoni le ali e l'abilità nel volo e nelle movenze. Gli Elfi della Notte hanno invece più possibilità di scelta tra i loro poteri: difatti, essendo i Guardiani draconici Cinque -non contando il misterioso sesto, che ormai è solo una leggenda-, ogni elfo può scegliere le caratteristiche che più vogliono avere scegliendo uno degli elementi. Sugli elfi credo possa bastare... Va bene come spiegazione?-
Ci misi un po' per rispondere. Ali. Sarebbe stato decidere scegliere tra le due razze, all'epoca... I draghi sono grandiosi... Ma essere liberi di volare dove più si voglia è una cosa magnifica, come stavo scoprendo... Tuttavia mantenere il pollice opponibile sarebbe stato molto più pratico... Mi riscuoto. -Solo un'altra cosa- lo prego. Squama sbuffa ma annuisce. -Come sono i rapporti fra le due razze?- SquamaVerde sospira di nuovo. -Non buoni... Essendo draghi e grifoni nemici naturali di caccia, anche il carattere delle due razze ne ha risentito... Non sono in guerra fra loro, ma rimane comunque uno stato di tensione...- Annuisco. -Ora i grifoni...- Il drago ringhia. -Già, i grifoni... Razza antica quanto la nostra... Solo stupida come il mezzo pollo che sono...- sbuffa, poi si riprende dalla rabbia. -Come avrai potuto notare, sono silenziosi ed eleganti come felini. In più, però, hanno l'aggressività delle aquile. Inoltre, i loro becchi contengono dell'acido, che rendono le ferite molto dolorose, come avrai potuto constatare...Ma fortunatamente non sanno utilizzare la magia. Altro?- E' più che evidente che vuole chiudere subito il discorso. Così cambio argomento.. In parte. -Ho visto che Felix trattava i grifoni come fossero animali da trasporto. Anche i draghi sono così?- Come risposta, ricevo un'occhiata sprezzante. -Perché pensi che sia così contrariato quando ti vedo con in groppa Selvaggia? Noi draghi siamo possenti, non semplici bestie da cavalcare. Tuttavia, con gli elfi è per lo meno accettabile. Ma con gli umani...- scuote la testa, incapace di continuare. Stavolta non insisto. Ed è giusto così. Cambio discorso del tutto. -Come facciamo a parlare la lingua degli elfi? E cosa vuol dire "rembim"?- SquamaVerde annuisce compiaciuto. -Esistono sostanzialmente due lingue in questa terra: il draconico, o lingua neutra, conosciuta da tutte le creature dotate di un minimo d'intelligenza. Ed è anche la lingua degli umani. Poi, c'è l'elfico, che è una specie di dialetto parlato tra le due razze, dato che per le questioni burocratiche e generalmente anche nella vita comune anche loro usano il draconico... Rembim, avrai capito, è una parola elfica: significa "fermati"-. conclude schioccando la lingua. -Ah- dico solo. Evidentemente ho scoperto da dove vengo i famosi popoli euroasiatici... Semplicente da questo mondo... Interessante...
Ormai la luce sfocata del tramonto inonda la piccola radura quando finalmente Selvaggia e Felix si fanno vivi. Sussulto dai loro cambiamenti d'abito: Felix indossa un paio di pantaloni di pelle, con una camicia beige. Le ali piumate, ben visibili, sono color miele puntellate di piccole macchioline rossicce, color ruggine e marroncine. Selvaggia invece indossa un abito bianco dai riflessi azzurri, leggero come fatto di nubi. I capelli sono acconciati in una complicata pettinatura che le dona molto. Mentre guardi i due, Felix ci s'avvicina senza problemi. Selvaggia invece ci squadra rimanendo un po' a distanza, carezzando Swift. Ma non dovrebbe essere loro nemica? mi chiedo. Il filo dei miei pensieri viene però interrotto da Felix -Potete entrare in Menikin, La Nebulosa, capitale degli Elfi del Giorno...- profera solenne. SquamaVerde grugnisce. -Come pensi di fare per trasportarmi lì?- chiede in tono di sfida. L'elfo lo guarda. -Volando, naturalmente.- sbuffa. Squama ringhia. -Con quel bello spiedino che mi hai conficcato fra le ali?-
L'elfo s'inchina sprezzante. -Scusate, messere. Provvedo subito.-
-Ma che...?- Il drago non fa in tempo a finire la frase che si ritrova Felix addosso, proprio fra le ali. Senza tanti preamboli, L'elfo spezza la freccia e ne sfila le due estremità dalle ali. Sibilo in coro con Squama. Sai che dolore... Dopo ciò, l'elfo scende a terra, ignorando di proposito lo sguardo di fuoco di Squama. Sale su Cripto, poi con un semplice -Andiamo- di partenza, c'involiamo tutti e quattro, due grifoni due elfi e due draghi, diretti per chissàddove.
-Qualcosa sui grifoni e sulla razza degli elfi...- rispondo pronta. Lui sospira prima di iniziare. -Cominciamo con il carattereristiche generali degli elfi: come avrai potuto notare, sono agili, con buoni riflessi e parzialmente veloci. Prima erano una razza unitaria, ma poi hanno incominciato ad esserci delle questioni per quanto riguarda la creatura simbolo della razza. Può sembrare un futile motivo, ma per loro -e per la razza scelta- è molto importante: infatti, le due diventano alleate ed assumono delle caratteristiche comuni. Compreso tutto fin qui?-. Annuisco. Lui mi osserva un attimo per poi proseguire. -Dato che la questione non riusciva ad avere uno sbocco, le due fazioni elfiche si sono divise, formando così le due razze attuali: quella degli Elfi della Notte, a cui appartiene Selvaggia, e quella degli Elfi del Giorno, a cui appartiene Felix. La prima scelse come creatura i draghi, da sempre simbolo di forza e coraggio mista ad astuzia ed intelligenza. L'altra invece scelse come creatura i grifoni, simbolo di eleganza e libertà. Così, le due razze hanno ereditato delle varie caratteristiche: gli Elfi del Giorno hanno ereditato dai grifoni le ali e l'abilità nel volo e nelle movenze. Gli Elfi della Notte hanno invece più possibilità di scelta tra i loro poteri: difatti, essendo i Guardiani draconici Cinque -non contando il misterioso sesto, che ormai è solo una leggenda-, ogni elfo può scegliere le caratteristiche che più vogliono avere scegliendo uno degli elementi. Sugli elfi credo possa bastare... Va bene come spiegazione?-
Ci misi un po' per rispondere. Ali. Sarebbe stato decidere scegliere tra le due razze, all'epoca... I draghi sono grandiosi... Ma essere liberi di volare dove più si voglia è una cosa magnifica, come stavo scoprendo... Tuttavia mantenere il pollice opponibile sarebbe stato molto più pratico... Mi riscuoto. -Solo un'altra cosa- lo prego. Squama sbuffa ma annuisce. -Come sono i rapporti fra le due razze?- SquamaVerde sospira di nuovo. -Non buoni... Essendo draghi e grifoni nemici naturali di caccia, anche il carattere delle due razze ne ha risentito... Non sono in guerra fra loro, ma rimane comunque uno stato di tensione...- Annuisco. -Ora i grifoni...- Il drago ringhia. -Già, i grifoni... Razza antica quanto la nostra... Solo stupida come il mezzo pollo che sono...- sbuffa, poi si riprende dalla rabbia. -Come avrai potuto notare, sono silenziosi ed eleganti come felini. In più, però, hanno l'aggressività delle aquile. Inoltre, i loro becchi contengono dell'acido, che rendono le ferite molto dolorose, come avrai potuto constatare...Ma fortunatamente non sanno utilizzare la magia. Altro?- E' più che evidente che vuole chiudere subito il discorso. Così cambio argomento.. In parte. -Ho visto che Felix trattava i grifoni come fossero animali da trasporto. Anche i draghi sono così?- Come risposta, ricevo un'occhiata sprezzante. -Perché pensi che sia così contrariato quando ti vedo con in groppa Selvaggia? Noi draghi siamo possenti, non semplici bestie da cavalcare. Tuttavia, con gli elfi è per lo meno accettabile. Ma con gli umani...- scuote la testa, incapace di continuare. Stavolta non insisto. Ed è giusto così. Cambio discorso del tutto. -Come facciamo a parlare la lingua degli elfi? E cosa vuol dire "rembim"?- SquamaVerde annuisce compiaciuto. -Esistono sostanzialmente due lingue in questa terra: il draconico, o lingua neutra, conosciuta da tutte le creature dotate di un minimo d'intelligenza. Ed è anche la lingua degli umani. Poi, c'è l'elfico, che è una specie di dialetto parlato tra le due razze, dato che per le questioni burocratiche e generalmente anche nella vita comune anche loro usano il draconico... Rembim, avrai capito, è una parola elfica: significa "fermati"-. conclude schioccando la lingua. -Ah- dico solo. Evidentemente ho scoperto da dove vengo i famosi popoli euroasiatici... Semplicente da questo mondo... Interessante...
Ormai la luce sfocata del tramonto inonda la piccola radura quando finalmente Selvaggia e Felix si fanno vivi. Sussulto dai loro cambiamenti d'abito: Felix indossa un paio di pantaloni di pelle, con una camicia beige. Le ali piumate, ben visibili, sono color miele puntellate di piccole macchioline rossicce, color ruggine e marroncine. Selvaggia invece indossa un abito bianco dai riflessi azzurri, leggero come fatto di nubi. I capelli sono acconciati in una complicata pettinatura che le dona molto. Mentre guardi i due, Felix ci s'avvicina senza problemi. Selvaggia invece ci squadra rimanendo un po' a distanza, carezzando Swift. Ma non dovrebbe essere loro nemica? mi chiedo. Il filo dei miei pensieri viene però interrotto da Felix -Potete entrare in Menikin, La Nebulosa, capitale degli Elfi del Giorno...- profera solenne. SquamaVerde grugnisce. -Come pensi di fare per trasportarmi lì?- chiede in tono di sfida. L'elfo lo guarda. -Volando, naturalmente.- sbuffa. Squama ringhia. -Con quel bello spiedino che mi hai conficcato fra le ali?-
L'elfo s'inchina sprezzante. -Scusate, messere. Provvedo subito.-
-Ma che...?- Il drago non fa in tempo a finire la frase che si ritrova Felix addosso, proprio fra le ali. Senza tanti preamboli, L'elfo spezza la freccia e ne sfila le due estremità dalle ali. Sibilo in coro con Squama. Sai che dolore... Dopo ciò, l'elfo scende a terra, ignorando di proposito lo sguardo di fuoco di Squama. Sale su Cripto, poi con un semplice -Andiamo- di partenza, c'involiamo tutti e quattro, due grifoni due elfi e due draghi, diretti per chissàddove.
Monday, October 1, 2007
Riappacificazione
SuqmaVerde, da vero signore, rispose alla mia sfilza di domande accusatorie con un potente ringhio e schioccando le fauci a pochi centimetri dal mio muso. Il mio ringhio sale di diverse ottave. Seno uno strano calore pervadermi e salire verso la gola... Dalle mie narici comincia a salire dalle mie narici... Il drago davanti a me se ne accorge. Lo si capisce perché il suo ringhio svanisce del tutto...-No!- grida. Ma non riesco a fermare il calore, che ormai è arrivato in bocca... Squama ringhia di nuovo, sbattendo la coda a terra. Una radice scatta fulminea e mi immobilizza l a bocca. Non riesco ad aprirla... Il calore esce calmo dalle narici. Che voglia di tossire! Ma la radice non molla. Il fumo mi stà irritando... Quando infine la radice mi lascia la bocca, non mi rimane che tossire per dieci minuti buoni di fila, per poi guardare storto Squama. -Era necessario- disse solo. -Con un'arrabbiatura del genere avresti raso al suolo la foresta. E poi, non è salutare cominciare a sputare fiamme per mezzo d'un arrabbiatura-. Sbuffai ma non commentai. Di certo sapeva meglio di me come imparare a sputare fiamme.
-Ah...- aggiunse. -Per quello che hai detto prima...- sogghigna un momento -Davvero pensi che non ti volgiamo più?- mi rabbuiai. -Non è così?-
-Certo che no, stupida cucciola! Cosa ti aspettavi? Se anche non fosse per pura amicizia, Moony è venuta da te per qualche motivo. Diciamo che se è reputata saggia anche fra i più anziani di noi... C'è un motivo.- Conclude ammiccando.
-Ah...- aggiunse. -Per quello che hai detto prima...- sogghigna un momento -Davvero pensi che non ti volgiamo più?- mi rabbuiai. -Non è così?-
-Certo che no, stupida cucciola! Cosa ti aspettavi? Se anche non fosse per pura amicizia, Moony è venuta da te per qualche motivo. Diciamo che se è reputata saggia anche fra i più anziani di noi... C'è un motivo.- Conclude ammiccando.
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